Bangladesh, sciopero di 131 ore. Attivista cattolica: Popolo vittima dello scontro politico
Dhaka (AsiaNews) - Il Bangladesh Nationalist Party (Bnp, partito nazionalista leader dell'opposizione) ha deciso di estendere a 131 ore l'hartal (sciopero generale) lanciato ormai tre giorni fa, per protestare contro il governo di Sheikh Hasina. Intanto, la popolazione del Bangladesh continua a soffrire per il clima di tensione generato dal conflitto politico tra governo (Awami League) e opposizione (Bnp e Jamaat-e-Islami, partito fondamentalista islamico). Per Rosaline Costa (v. foto), coordinatrice cattolica dell'organizzazione per i diritti umani Hotline Bangladesh, "il vero problema del Paese è l'ego dei leader politici. La popolazione continua ad essere vittima degli scioperi, il clima deve cambiare, altrimenti la situazione peggiorerà in futuro". "Il nostro Paese ha bisogno di pace. Se i partiti politici accettassero di dialogare fra loro tutti i problemi sarebbero risolti".
Lo scorso 29 novembre l'opposizione ha lanciato un nuovo sciopero di 72 ore, dopo quattro giorni di serrate e scontri costate la vita ad almeno 15 persone. Obiettivo della protesta è ancora convincere il primo ministro Sheikh Hasina a formare un caretaker government in vista delle elezioni generali del 5 gennaio 2014. Oggi, la polizia ha arrestato a Dhaka Ruhul Kabir Rizvi, segretario generale del Bangladesh Nationalist Party. Le forze dell'ordine hanno perquisito anche l'ufficio del partito e bloccato con la forza diversi giornalisti delle tre televisioni private canale Samay TV, Ekattor tv e Gazi - TV, giunti sul luogo per seguire il caso.
Secondo il Prothom Alo, principale quotidiano del Bangladesh, in questa settimana almeno 25 persone sono state uccise in scontri legati alla politica. In 11 mesi le vittime degli hartal sono 347. Di queste il 95% sono normali cittadini che nulla hanno a che fare con la politica.