Bangladesh, per la prima volta un tribale indù a capo della Corte suprema
Dhaka (AsiaNews) - Per la prima volta nella storia del Bangladesh, il presidente della Corte suprema è un tribale di religione indù. Si tratta del giudice Surendra Kumar Sinha, 64 anni. La sua nomina è stata annunciata il 12 gennaio scorso ed è considerata da molti commentatori come significativa, considerando che la maggioranza del Paese è musulmana e che gli indù vennero perseguitati durante la guerra di Liberazione dal Pakistan, nel 1971.
Il ministero di Grazia, giustizia e affari parlamentari ha pubblicato una notifica ufficiale lo stesso giorno della nomina. Il giuramento di S.K. Sinha si terrà il prossimo 17 gennaio, giorno in cui andrà in pensione il presidente in carica - Muzammel Hossain - per sopraggiunti limiti di età.
Appartenente alla comunità Bisnupriya Manipuri e nato nel distretto di Moulovibazar, il giudice Sinha è conosciuto per aver presieduto numerosi processi storici, incluso quello a carico degli assassini di Sheikh Mujibur Rahman, padre della patria e primo presidente del Bangladesh indipendente.
Come presidente di una commissione della Corte suprema, nel 2010 Sinha ha dichiarato illegale il quinto emendamento della Costituzione. Introdotto nel 1979 dal generale Zia-ur-Rahman, esso tolse il principio del secolarismo dal preambolo della Carta e proclamò la legge marziale. Una volta abrogato, l'Alta corte ha stabilito che il Bangladesh è uno Stato laico.
Nel 2012 il giudice ha inoltre abolito il 13mo emendamento, che prevedeva - in caso di elezioni generali - la creazione di un caretaker government apartitico, che agisse come governo ad interim e traghettasse il Paese verso un voto pacifico e imparziale.