Bangladesh, minacce di morte da estremisti islamici a 19 blogger e intellettuali
Dhaka (AsiaNews) - “Il Bangladesh non è un Paese sicuro per noi blogger, ma continueremo a scrivere finchè avremo respiro. I radicali islamici sono codardi, non hanno moralità. Dovrebbero imparare la tolleranza dalle altre fedi”. Con queste parole un blogger cattolico, anonimo per motivi di sicurezza, commenta ad AsiaNews l’ultima lettera minatoria recapitata per posta ai media, in cui vengono minacciati di morte intellettuali impegnati contro il fanatismo religioso in Bangladesh. La missiva contiene una lista di 19 persone - tra cui ministri, insegnanti, attivisti e membri del movimento Ganajagaran Mancha - ed è a firma di un gruppo ancora sconosciuto, “Ittahadul Mujahidin”. Non presenta nomi o indirizzo, ma solo il timbro di un ufficio postale di Sylhet, città a nord-est del Paese.
La lettera è l’ultima di una lunga serie di minacce e violenze in Bangladesh. È la seconda missiva indirizzata agli attivisti, dopo la prima recapitata a maggio dal gruppo estremista “Al Kaida Ansarullah Bangla Team 13”, in cui si prometteva la “giusta morte” a coloro che criticano l’islam. Il primo nome della nuova lista è quello del blogger Niladri Chatterjee Niloy, ucciso a colpi di mannaia sotto gli occhi della madre e della sorella l’8 agosto scorso. Il nome di Niloy - il quarto blogger massacrato dall’inizio dell’anno - è già cancellato ed evidenziato in rosso.
Nella lista compaiono i nomi di altre 19 persone tra cui diversi esponenti politici, come Nurul Islam Nahid, ministro dell’Educazione, Syed Mohsin Ali, ministro del welfare, e il deputato Suranjit Sengupta. Presenti anche l’intellettuale Makbul Hossain (del gruppo progressista Udichi Shilpagoshthi), gli scrittori Muhammad Zafar Iqbal e Ananya Azad, gli scultori Ferdousi Priyabhashini e Abdur Rahman, e alcuni attivisti del gruppo Ganajagaran Mancha [movimento laico e antifondamentalista - ndr]. La componente più numerosa dei destinatari minacciati rimane quella dei blogger: Arif Jebtik, Sushanta Dasgupta, Arifur Rahman, Omi Rahman Pial, Nirjhar Majumder, Dr Atik, Ashfaque Anup e Nur Nabi Dulal.
Tutte le persone presenti nella lista sono etichettate come “satanici”, “nemici dell’islam e dell’educazione nelle madrasse”, “atei” e “coloro che odiano Sylhet”.
Da diverso tempo estremisti islamici prendono di mira liberi pensatori e attivisti democratici, giustificando il loro assassinio perché “atei”. Qualche giorno fa i membri di Ansar Al Islam, un’organizzazione che vanta legami con al-Quaeda nel sub-continente indiano (Aqis), hanno rivendicato l’omicidio di Niloy. Prima di lui, i radicali hanno colpito a febbraio Avijt Roy, assassinato vicino all’Università di Dhaka; a fine marzo, nella capitale, fondamentalisti musulmani hanno ammazzato a colpi di machete Oyasiqur Rahman; due mesi più tardi è stato il turno di Ananta Bijoy Das, ucciso a Sylhet. Tutti facevano parte del movimento Ganajagaran Mancha.
17/08/2016 10:58