Bangladesh, militanti dello Stato islamico rivendicano omicidio del cooperante italiano
Dhaka (AsiaNews) – I militanti dello Stato Islamico (SI) hanno rivendicato nella serata di ieri l’omicidio di Cesare Tavella, un cooperante italiano di 50 anni che lavorava in Bangladesh con una Ong olandese. L’uomo è stato ucciso da tre uomini armati di pistola all’uscita dal lavoro, mentre faceva jogging nell’area di Gulshan, la zona diplomatica della capitale, vicino all’ambasciata egiziana. Gli aggressori hanno sparato tre colpi, uno dei quali lo ha ferito alla mano e gli altri due all’addome. Anche se gli estremisti dello SI hanno rivendicato il crimine perché l’uomo era un “crociato”, le forze di polizia sospettano che le responsabilità siano da attribuire ad altri gruppi.
Il sito internet Site Intelligence Group, che monitora le attività online delle organizzazione estremiste, ha pubblicato la dichiarazione dei jihadisti, in cui si legge che l’uomo è stato ucciso come rivendicazione della presenza occidentale in Asia. Cesare Tavella era un veterinario italiano originario di Ravenna e lavorava nel Paese asiatico come manager del progetto Profitable Opportunities for Food Security (Proofs), un’iniziativa dell’organizzazione olandese Icco Cooperation, impegnata a livello mondiale a ridurre la povertà e assicurare l’accesso al cibo.
La dinamica dell’incidente risulta ancora poco chiara e la polizia ritiene che si tratti di un attacco pianificato. Alcuni testimoni hanno riferito di aver udito tre spari. Billal, un autista di risciò, racconta di aver “sentito i colpi e poi aver visto un uomo a terra. Subito dopo egli è stato trasportato allo United Hospital di Dhaka”. Mokhlesur Rahman, ispettore generale di polizia, ha dichiarato ai giornalisti che non esistono prove di una possibile rapina, dal momento che dal corpo della vittima non sono stati sottratti oggetti personali.
In seguito all’omicidio, i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Australia hanno elevato il livello di allerta per le proprie rappresentanze diplomatiche in Bangladesh e nei Paesi dell’Asia del sud. L’American International School della capitale oggi rimarrà chiusa per paura di possibili attacchi. Si temono ulteriori iniziative da parte dei jihadisti e alcuni ritengono che il Paese non sia sicuro per gli stranieri, soprattutto per i cristiani provenienti da Europa e Stati Uniti. Nel 2012 un altro straniero, impiegato nell’ambasciata saudita, è stato freddato davanti la sua abitazione.
05/10/2015