Bangladesh, la strage dei politici: 138 morti dall'inizio di gennaio
Dhaka (AsiaNews) - Crescono in modo allarmante gli omicidi in Bangladesh, e in particolar modo quelli extragiudiziari o di tipo politico. Secondo dati forniti dalle forze dell'ordine, dal 6 gennaio scorso (all'indomani delle elezioni) a oggi almeno 138 persone sono state uccise o trovate morte. Di queste, 32 erano leader e attivisti politici, la maggior parte dei quali schierati tra le fila dell'opposizione. Un fenomeno che si è intensificato nel corso del 2013 e che preoccupa molti attivisti per i diritti umani e fonti locali di AsiaNews.
Delle personalità politiche uccise 11 sono del Bangladesh Nationalist Party (Bnp, opposizione), 9 del Jamaat-e-Islami (partito fondamentalista islamico, opposizione), 9 dell'Awami League (governo) e 3 del Jatiya Party (governo).
Tra gli ultimi casi riportati, due giorni fa un leader della Juba League (ala giovanile del Bnp) è stato accoltellato a morte in casa sua da aggressori non identificati. Un giorno prima tre militanti del Jamaat e dell'Islami Chhatra Shibir (sua ala giovanile) sono morti per colpi d'arma da fuoco esplosi da poliziotti.
Sultana Kamal, direttrice esecutiva dell'osservatorio sui diritti umani Ain-o-Salish Kendra, ha condannato questi omicidi "mirati" compiuti dalle forze dell'ordine, insistendo su "una risoluzione dei conflitti di qualunque tipo e gravità attraverso il meccanismo costituzionale". Nel solo mese di gennaio l'organizzazione ha registrato 15 esecuzioni "extragiudiziarie".
In merito a queste accuse Hassan Mahomood Khandkar, ispettore generale della polizia, ha dichiarato al quotidiano New Age che "i membri delle forze dell'ordine stanno svolgendo i loro compiti in modo legale", e non ha voluto commentare gli omicidi politici.
Altri dati - forniti proprio dalla polizia - confermano la gravità della situazione: il 2013 è stato l'anno più "turbolento" in oltre un decennio, con 4.393 omicidi registrati. Un fenomeno che è andato crescendo con l'avvicinarsi delle elezioni: a settembre i morti sono stati 376; 353 a ottobre; 354 a novembre; 404 a dicembre.
Ashraful Alam, criminologo e professore alla Maulana Bhashani Science and Technology University, nota che prima del 5 gennaio l'opposizione era accusata di provocare le violenze, legate ai continui hartal (scioperi) e oborodh (blocco della circolazione). Tuttavia, a elezioni concluse i partiti dell'opposizione non hanno organizzato altre proteste violente: gli omicidi, però, non si sono fermati. (NI)
06/06/2016 09:07
01/07/2016 09:01