Bangladesh, islamisti minacciano i media: Non fate lavorare le donne
Dhaka (AsiaNews) – Con una lettera spedita due giorni fa ad almeno 25 famose redazioni nazionali, il gruppo terroristico islamista “Al Kaida Ansarullah Bangla Team 13” ha minacciato gli organi di stampa di punizioni esemplari se continueranno a far lavorare delle donne e a pubblicare contenuti “anti-jihad”. “Poiché la sharia islamica impedisce alle donne di lavorare fuori casa – si legge nel messaggio – i loro movimenti che infrangono la purdah [divieto per gli uomini di guardare le donne ndr] sono un’offesa che deve essere punita; gli stessi datori di lavoro sono colpevoli”. Perciò, “i media devono sollevare le donne da ogni incarico”.
I membri del gruppo terroristico hanno dato indicazioni precise sulla linea editoriale che i giornali devono seguire: “Le nostre direttive saranno la vostra legge da oggi in poi – scrivono – e ci saranno conseguenze gravi se non seguirete il sentiero dell’islam. Alti edifici crolleranno e le vostre teste rotoleranno ai piedi dei soldati dell’islam”. “Non sarà risparmiato nessuno – recita il messaggio – se continuerete a sostenere degli atei. Se la vostra libertà d’espressione viola i limiti che abbiamo stabilito, ogni agenzia di stampa deve essere pronta ad affrontare le conseguenze della nostra libertà di cercare vendetta”.
Muntasirul Islam, commissario della polizia di Dhaka, ha dichiarato: “Le più alte autorità sono state informate. Stiamo indagando per accertarci chi ci sia dietro queste mail e da che luogo siano state spedite”.
L’Al Kaida Ansarullah Bangla Team 13 è lo stesso gruppo che nei mesi scorsi ha inviato due lettere di minaccia a blogger ed intellettuali critici dell’islam, accusati di essere atei. Nel solo 2015, almeno quattro persone sono state uccise a colpi di machete dagli integralisti. Anche i recenti omicidi del cooperante italiano Cesare Tavella e del giapponese Hoshi Kunio sono stati collegati all’estremismo islamico.
Questi gruppi “non credono nell’emancipazione della donna – dice una giornalista cattolica, che chiede di rimanere anonima – perché sono accecati dalla loro religione, ecco perché non vogliono che lavoriamo nei media”. “La polizia – conclude – dovrebbe fare di più per proteggere i giornalisti e i blogger dai militanti islamici”.
01/08/2016 08:51
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