Bangladesh, aumentano le vittime dei monsoni. La Caritas si prepara all’emergenza
Tutti i Paesi dell’Asia meridionale registrano decine di vittime, milioni di sfollati e ingenti danni alle case e ai mezzi di trasporto. La Caritas si sta concentrando sui distretti di Bandarban e Gaibanda, dove la situazione è drammatica. All’inizio saranno distribuite somme in denaro; in seguito aiuti per ricostruire le case.
Dhaka (AsiaNews) – In aumento le vittime, gli sfollati e i danni: sono le drammatiche condizioni che sta vivendo il Bangladesh, dove il bilancio delle vittime uccise dalle violente piogge monsoniche aumenta di ora in ora. In totale, i distretti devastati dalle precipitazioni sono 21 (su un totale di 64). Villaggi spazzati via, strade allagate, scuole chiuse, si aggiungono all’immagine di un Paese in ginocchio. Di fronte a questa emergenza, la Caritas sta organizzando i soccorsi per dare sollievo alle vittime del disastro.
Tutti i Paesi dall’Asia del sud che affacciano sul Golfo del Bengala sono colpiti da potenti raffiche di vento e piogge che stanno provocando ingenti costi, sia in termini di vite umane che di danni alle proprietà. In Bangladesh le vittime sono una trentina, compresi quattro bambini, e milioni di persone rimaste senza casa. I distretti più colpiti sono quelli di: Chattogram, Bandarban, Khagrachari, Rangamati, Cox’s Bazar, Lalmonirhat, Nilphamari, Sunamganj, Netrokona, Sylhet, Bogura, Gaibandha, Kurigram, Moulvibazar, Habiganj, Feni, Brahmanbaria, Sherpur, Tangail, Jamalpur e Sirajganj.
Circa 73.400 case e 36mila ettari di raccolto sono andati persi. Tra le persone costrette a scappare vi è Monir Hossian, agricoltore di Gaibanda, che racconta ad AsiaNews: “Io, mia moglie e i nostri cinque figli abbiamo trovato rifugio in una scuola vicina”. L’uomo protesta: “Da quando siamo arrivati cinque giorni fa, non abbiamo ricevuto nessun aiuto da parte del governo. Viviamo in condizioni disumane, non abbiamo cibo. Per favore, fate qualcosa per noi”. Rokeya Begum riferisce che lei e la sua famiglia stanno ricevendo del cibo in scatola da una Ong, “mentre il governo non sta facendo niente. Soffriamo per la mancanza di cibo, acqua potabile e tende”.
James Gomes, direttore regionale di Caritas Chattogram [ex Chittagong, ndr] riporta che il braccio sociale della Chiesa cattolica sta organizzando i soccorsi nell’area di Bandarban e Gaibanda. “La situazione è molto critica a causa dell’elevato rischio di frane nelle zone collinari. Le acque dei fiumi Sangu e Matamuhuira sono straripate e hanno creato zone pericolose. Inoltre gli smottamenti avvenuti lungo le strade di Ruma e Thanchi hanno interrotto le comunicazioni e al momento non si può raggiungere il centro del distretto”.
Il funzionario cattolico spiega che “all’inizio daremo a ognuna delle 1.200 vittime di Bandarban circa 5.500 taka in contanti (59 euro), perchè la loro situazione è davvero drammatica. In seguito garantiremo un aiuto anche per ricostruire le case spazzate via dal monsone”.
Pintu William Gomes, direttore dei progetti per la gestione dei disastri di Caritas Bangladesh, fa sapere che le operazioni si concentreranno soprattutto nelle aree designate dal direttore regionale, “che sono le zone in cui la popolazione sta soffrendo di più”. Infine assicura: “Entro pochi giorni faremo partire l’attività di soccorso”.