Bangkok: prestiti agli universitari, crisi sempre più grave
Il programma era nato per sostenere 70/80mila giovani, oggi i beneficiari sono 6,2 milioni e molti non sono in grado di restituire le somme. Una proposta di modifica alla legge per concedere crediti senza garanzie ha riacceso il dibattito sul debito privato nel Paese, il più alto degli ultimi 16 anni. I critici sostengo che la situazione rischia di diventare insostenibile per le casse dello Stato.
Bangkok (AsiaNews) – Il passaggio dalla Camera dei rappresentanti al Senato di una nuova legge sul debito contratto dagli studenti durante gli studi universitari sta generando discussioni in Thailandia, e critiche verso le politiche del governo, giudicate inopportune e mirate a ottenere risultati elettorali a carico delle casse pubbliche.
La nuova normativa prevede che gli studenti possano ottenere crediti senza garanzie e non ripagare i loro debiti. Secondo l’ex primo ministro e attuale speaker della Camera Chuan Leekpai la proposta di modifica alla legge rischia di far implodere una situazione già difficile.
Molte istituzioni scolastiche già cercano di minimizzare le conseguenze negative per gli studenti che hanno problemi nel pagamento del debito. Tuttavia, per andare incontro alle necessità degli studenti meno abbienti, sotto il premierato di Chuan (1997-2001) era nato un fondo finanziato con l’equivalente di 80 milioni di euro e dedicato a 70-80mila studenti. Una realtà in seguito cresciuta a dismisura, sia a livello di disponibilità finanziaria sia come numero di fruitori. Oggi sono 6,2 milioni gli studenti iscritti al programma, con prestiti che arrivano fino a 18,6 miliardi di euro. D’altra parte gli studenti non in grado di restituire le somme ricevute sono ancora 2,5 milioni, un problema che si inserisce nel più ampio quadro dell’indebitamento privato.
Secondo la Bank of Thailand l’incidenza del debito privato sul prodotto interno lordo è dell’89,2%, un dato in leggere calo rispetto ai due anni precedenti ma da confrontarsi con una minore produzione di ricchezza nazionale.
Ad agosto il sondaggio annuale della University of the Thai Chamber of Commerce aveva evidenziato come le famiglie thailandesi siano oggi alle prese con il più elevato livello di debito degli ultimi 16 anni: un carico medio pari a circa mezzo milione di baht (circa 13.500 euro). Con l’aumento di quasi il 4% rispetto all’anno precedente, il 99,6% dei rispondenti si è dichiarato debitore.
La situazione è solo in parte dovuta alla stagnazione conseguente alla pandemia: la tendenza all’indebitamento è causata da molti fattori, tra cui la facilità di accesso al credito, il reddito spesso inadeguato all’aumento del costo di beni e servizi, la maggiore propensione all’acquisto di beni durevoli, la necessità di denaro per investimenti.
Un quadro non del tutto emergenziale perché risponde a situazioni note, ma che rischia di sfuggire di mano se la seconda economia del sud-est asiatico dovesse mancare gli obiettivi di crescita in una situazione economica già incerta.
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