28/02/2014, 00.00
THAILANDIA
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Bangkok: nuove proteste, cresce la tensione. Forse un dibattito tv fra premier e opposizione

I leader della rivolta annunciano manifestazioni oggi nei pressi di ministeri e uffici legati agli Shinawatra. Suthep Thaugsuban lancia la proposta di un confronto televisivo e accusa il governo di aver ucciso “bambini innocenti”. L’esecutivo respinge la proposta. Yingluck è indagata per “negligenza” nelle funzioni, rischia il processo.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - I manifestanti anti-governativi annunciano per oggi nuove proteste nei pressi di ministeri e uffici legati alla premier Yingluck Shinawatra, nel tentativo di mantenere alta la pressione sull'esecutivo e costringerlo alle dimissioni. Nel Paese cresce il clima di violenza e tensione con attacchi bomba e attentati a cadenza quotidiana, tanto che diverse ambasciate straniere - fra cui quelle di Canberra e Washington - hanno innalzato il livello di allerta per i propri concittadini. Intanto i leader della rivolta aprono - seppur in modo vago - all'ipotesi di trattative con il governo: ieri Suthep Thaugsuban ha proposto un faccia a faccia televisivo con la Primo Ministro. Tuttavia, qualche ora più tardi, nel corso di un comizio, ha lanciato pesanti accuse contro i vertici del governo, responsabili (a suo dire) dei due attacchi bomba contro i manifestanti lo scorso fine settimana. 

Obiettivo della sommossa iniziata nel novembre scorso, le dimissioni della premier (ad interim) Yingluck Shinawatra, accusata di essere un "pupazzo" nelle mani del fratello Thaksin, multimiliardario ed ex Primo Ministro, in esilio per sfuggire a una condanna a due anni di carcere. Egli è inviso anche da molti esponenti vicino alla monarchia, che temono voglia attentare al sistema istituzionale in un momento di particolare fragilità per le precarie condizioni di salute dell'86enne re Bhumibol Adulyadej. 

Dopo aver lanciato l'idea di un dibattito televisivo, Suthep ha arringato la folla incolpando la premier Yingluck di "aver ucciso quattro bambini innocenti", invitando al contempo la popolazione del nord e del nord-est (in gran parte agricoltori legati alla famiglia Shinawatra) a venire nella capitale e "iniziare una guerra civile". "Vediamo chi riesce - aggiunge il leader degli oppositori, in un crescendo di minacce - a raccogliere più sostenitori". 

Nel frattempo il Primo Ministro in questi giorni a Chiang Mai - nel nord della Thailandia - ha risposto in modo tiepido all'ipotesi di un confronto tv. "Eventuali colloqui - ha spiegato - vanno contestualizzati". E vanno coinvolti "più fronti", aggiunge, perché "non posso rispondere io da sola a nome del popolo Thai". Anche il ministro del lavoro Chalerm Yoobamrung rispedisce al mittente l'idea di un faccia a faccia in diretta tv, sottolineando che "Yingluck è il leader legittimo del Paese" mentre Suthep è solo il capo di un "movimento illegale" con "mandati di cattura" che gravano sulle sue spalle. 

Ieri intanto Yingluck avrebbe dovuto presentarsi davanti alla Commissione anti-corruzione, per rispondere alle accuse di "negligenza" nell'adempimento delle sue funzioni. Il riferimento è al piano governativo di sussidi legati alla produzione di riso, che ha lasciato migliaia di agricoltori senza soldi e quasi prosciugato le casse dello Stato. La premier è stata incriminata in via formale e nel caso in cui fosse riconosciuta colpevole, rischia fino a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. I legali hanno tempo fino al 14 marzo per smontare le accuse, pena il processo in tribunale. 

Le manifestazioni degli anti-governativi - un mix di esponenti della classe media, monarchici e abitanti del sud - sono le più imponenti dal 2010, quando il regno è stato sconvolto da una serie di rivolte di piazza concluse con un bagno di sangue e la morte di 90 civili. Secondo fonti del Dipartimento medico di Bangkok, il bilancio totale delle vittime dall'inizio della crisi è di almeno 22 morti e oltre 700 feriti. Il 2 febbraio scorso si sono svolte in gran parte del Paese le elezioni politiche, boicottate dal Partito democratico di opposizione, che hanno sancito la vittoria (scontata) del Pheu Thai Party degli Shinawatra; le consultazioni non sono ancora chiuse perché mancano all'appello alcune province del sud, roccaforte democratica, in cui i seggi non si sono nemmeno aperti.  

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