Bangkok: nel primo viaggio all’estero, Aung San Suu Kyi incontra i migranti birmani
Bangkok (AsiaNews) - Oggi Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione democratica in Myanmar, ha incontrato i migranti birmani che da anni vivono e lavorano nella confinante Thailandia. Per la Nobel per la pace è il primo viaggio all'estero in oltre 24 anni, di cui 15 trascorsi agli arresti domiciliari nella sua casa a Yangon per la lotta a favore dei diritti umani e della libertà nel suo Paese. Il primo giugno a Bangkok, la "Signora" parteciperà alla conferenza sull'Asia dell'est promossa dal Forum economico mondiale (Wef), il giorno successivo visiterà un campo profughi lungo in confine fra Thailandia e Myanmar per poi fare rientro, il giorno 3, in patria. Per decenni la leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld), di recente eletta in Parlamento, si è rifiutata di lasciare la propria nazione, nel timore che la giunta militare le impedisse di rientrare; una scelta che le ha inoltre impedito, nel 1999, di assistere il marito malato terminale a Londra.
In giornata Aung San Suu Kyi ha visitato Mahachai, un'area circa 30 km a sud di Bangkok, abitata in gran parte da lavoratori migranti birmani. Le persone hanno accolto la "Signora", simbolo della lotta democratica contro l'esercito e il regime, intonando slogan e brandendo cartelli con scritto "Birmania libera" e "Vogliamo tornare a casa". Il signor Somchai e la signorina Bow, lavoratori birmani migranti che risiedono nella provincia di Samutsakorn, raccontano ad AsiaNews di essere "riconoscenti per la visita di Aung San Suu Kyi" perché "è una persona di valore" e fonte di "ispirazione per i lavoratori birmani... condivideremo con lei la nostra esperienza di lavoro in Thailandia".
Nelle giornate di visita la Nobel per la pace 1991 incontrerà il primo ministro thai Yingluck Shinawatra e il leader dell'opposizione thai Abhisit Vejjajiva. Il governo di Bangkok ha approvato di recente il Memorandum di intesa fra Thailandia e Myanmar, dedicato ai progetti di cooperazione e sviluppo nella ex Birmania, alle riforme economiche e alla promozione della società civile. Insieme alla Thailandia, anche Cina, India e Corea del Sud - fra le nazioni dell'area - guardano con crescente interesse a Naypyidaw. A inizio mese Seoul ha promesso un aumento negli aiuti al Myanmar e maggiore cooperazione fra le due nazioni in materia di energia e sfruttamento delle risorse naturali; la previsione di crescita dovrebbe raggiungere quindi il 7,7% nel periodo 2016-2020, rispetto al 4,8 dello scorso anno.
A seguire, il primo giugno Aung San Suu Kyi interverrà al Forum economico mondiale, dedicando il proprio intervento al "ruolo della donna" per lo sviluppo nei Paesi Asean, l'associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico. Il giorno successivo visiterà la provincia settentrionale thai di Tak, dove vivono 100mila migranti appartenenti alle minoranze etniche del Myanmar, fuggite dai territori di origine per scampare alle guerre e alle repressioni della giunta militare.
In un primo momento al Forum in programma a Bangkok avrebbe dovuto partecipare anche il presidente birmano Thein Sein, che ha invece deciso di rimandare di qualche giorno il viaggio. Egli sarà in Thailandia solo il 4 e 5 giugno, forse per evitare di condividere il palcoscenico internazionale con la leader dell'opposizione e venirne oscurato, come successo nelle recenti elezioni suppletive dove la Nld ha conquistato 43 dei 45 seggi disponibili, surclassando il partito di governo. In tema di riforme, infine, è intervenuto anche il ministro birmano dell'Informazione, in una rara intervista concesse alla britannica Bbc. "Andranno avanti" ha sentenziato Kyaw Hsan e tanto il governo quanto l'opposizione devono cercare di "trovare un terreno comune" e "lavorare insieme per il Paese".