Bangkok: Pita stringe le alleanze, resta il nodo del reato di lesa maestà
Il leader del progressista Move Forward Party ha oggi annunciato la formazione di una nuova coalizione che gli garantirà il sostegno di 313 deputati. Ancora non sufficienti per avere garantita la nomina a premier. Il partito Bhumjaithai, arrivato terzo dietro al Pheu Thai, insieme ad alcuni senatori, ha comunicato che non voterà per un primo ministro favorevole alla modifica della sezione 112 del Codice penale.
Bangkok (AsiaNews) - Il leader del Phak Kao Klai (o Move Forward Party, MFP), Pita Limjaroenrat, il cui partito ha ottenuto il maggior numero di seggi alle elezioni parlamentari in Thailandia, ha annunciato la formazione di una coalizione di governo di otto partiti, mentre la modifica del reato di lesa maestà rischia di generare uno stallo politico.
Grazie all’alleanza sono ora 313 i deputati che hanno concordato di votare a favore della nomina a premier del leader progressista. Una cifra che però è ancora lontana dai 376 voti parlamentari necessari al capo dell’opposizione per ottenere il via libera a formare un esecutivo. I 63 voti mancanti saranno da ricercare tra gli altri legislatori della Camera o all’interno del Senato, i cui 250 membri non sono stati eletti, ma sono stati nominati dalla giunta militare dopo l’ultimo colpo di Stato del 2014. Alle elezioni del 2019 i senatori votarono in blocco per riconfermare come premier l’ex generale Prayut Can-o-cha, che cinque anni prima aveva guidato il golpe. Alcuni senatori hanno già segnalato la loro opposizione a una nomina di Pita Limjaroenrat a premier, accusandolo di non amare la monarchia.
“Vorrei ringraziare tutti i voti che le persone ci hanno dato. Rappresentano la speranza e il desiderio di cambiamento. Il nuovo governo lavorerà con onestà e sarà il governo di tutto il popolo thailandese", ha dichiarato oggi Pita dall'Okura Prestige Bangkok Hotel, dal quale ha presentato la coalizione di governo. Tra gli alleati ci sarà il Pheu Thai - il partito della famiglia Shinawatra che aveva vinto tutte le tornate elettorali dal 2001 in poi, ma è arrivato secondo alle elezioni del 14 maggio -, a cui si sono aggiunte formazioni minori: Prachachat, Thai Sang Thai, Seri Ruam Thai, Fair, Plung Sungkom Mai e Peu Thai Rumphlang.
Il 22 maggio, nono anniversario dell’ultimo golpe, saranno inoltre resi noti i dettagli di un memorandum d’intesa con il quale verranno delineate le linee guida alla base dell’alleanza e secondo cui verranno affrontate le sfide nazionali, economiche e sociali, ha continuato il leader dei progressisti.
Alle domande dei giornalisti Pita si è poi rifiutato di commentare la riforma della sezione 112 del Codice penale che fa riferimento al reato di lesa maestà. In campagna elettorale il MFP aveva più volte proposto una modifica - non una abolizione - della legge, che prevede fino a 15 anni di carcere ed è spesso utilizzata dal governo per silenziare attivisti e oppositori politici, a volte anche minorenni.
A tal proposito il partito Bhumjaithai, classificatosi terzo alle elezioni, ha comunicato attraverso la propria pagina Facebook che non voterà per un premier che sostiene una modifica del reato di lesa maestà, definendolo un "principio non negoziabile". Per questo secondo alcuni commentatori il Bhumjaithai, finora parte dell’alleanza che ha sostenuto il premier uscente Prayut Chan-o-cha, con i suoi 70 seggi alla Camera, potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia nella formazione del futuro governo.
Lo stesso Pheu Thai, nonostante abbia acconsentito a entrare in coalizione con il MFP, ha sollevato alcuni dubbi riguardo l’emendamento: l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra ha affermato che non sosterrà alcuna azione che possa danneggiare la monarchia. "La posizione del partito Pheu Thai e della famiglia Shinawatra è che rispettiamo e amiamo l'istituzione della monarchia", ha spiegato. La figlia Paetongtarn, che era candidata alle elezioni, si era mostrata più conciliante in precedenza, dicendosi disponibile a discutere di un’eventuale riforma della sezione 112 in Parlamento.