06/02/2024, 12.37
THAILANDIA - CAMBOGIA
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Bangkok arresta dissidenti cambogiani alla vigilia della visita di Hun Manet

di Steve Suwannarat

Il prossimo 8 febbraio la visita del premier cambogiano in Thailandia. Al centro dei colloqui con l’omologo Srettha Thavisin vi sono i rapporti bilaterali e questioni regionali. Sul tavolo anche i commerci transfrontalieri e l’esodo di molti cambogiani perseguitati da Hun Sen, padre dell’attuale capo del governo. 

Bangkok (AsiaNews) - La visita in programma il prossimo 8 febbraio del primo ministro cambogiano Hun Manet a Bangkok avrà al centro i rapporti bilaterali e questioni regionali. Una consultazione fra due capi di governo e due esecutivi di recente formazione necessaria per valutare la situazione di vicinato, che anche nel recente passato ha visto forti tensioni in aree confinarie rivendicate da entrambi. La visita verterà anche sui commerci transfrontalieri, questioni regionali e probabilmente l’esodo di molti cambogiani perseguitati dal regime di Phnom Penh, fino a pochi mesi fa sotto la dispotica guida quasi quarantennale di Hun Sen.

Da agosto 2023 a governare la Cambogia è il figlio di Hun Sen, il 46enne Hun Manet. Personalità più aperta e cosmopolita del padre, ma finora ugualmente intransigente verso una opposizione politica di fatto esautorata dal Parlamento e una dissidenza che fatica a organizzarsi e riproporsi dopo le ondate di arresti, espulsioni e omicidi mirati di suoi leader.

Anticipando l’arrivo dell’ospite straniero, le autorità hanno fermato due attivisti e un ex detenuto politico fra i molti sfuggiti alla repressione di Hun Sen che si sono rifugiati in territorio thailandese. Si tratta di Kung Raiya, incarcerato per due volte, che è stato arrestato a Bangkok dalla polizia nell’appartamento dove si era rifugiato. Arrestati separatamente anche l’ex leader politico Loem Sokha e l’attivista Phan Phana. 

A Phan Phana - che ora teme il rimpatrio - e ai tre sarebbe stato concesso asilo dopo la fuga in Thailandia. Gli esuli si erano visti riconoscere lo stato di rifugiato dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, presente nel regno nonostante Bangkok non sia firmataria della Convenzione per i Rifugiati dal 1951.

Dietro l’arresto vi sarebbe l’accusa di avere organizzato una manifestazione pubblica di protesta durante la visita ufficiale di Hun Manet. Iniziativa che avrebbe messo in imbarazzo le autorità thailandesi, a partire dal premier Srettha Thavisin che con l’ospite avrà colloqui ad ampio raggio. Per Phan Phana, che ha parlato con il servizio in lingua khmer di Radio Free Asia (Rfa) prima che gli venisse confiscato il telefono, il fermo sarebbe stato richiesto a Bangkok dal Partito del Popolo cambogiano di Hun Manet.

Gli ultimi arresti di attivisti democratici cambogiani in Thailandia risalgono al 29 dicembre, quando a essere fermati e messi sotto custodia furono dieci attivisti che partecipavano a Bangkok a un seminario sull’Accordo di pace di Parigi. Formalmente arrestati per essere entrati illegalmente nel Paese, tutti avevano documenti di identità rilasciati dall’Alto Commissariato. Tre sono stati rilasciati, ma per CamboJA News, organo della Cambodian Journalists Alliance Association, sette si troverebbero ancora nel centro di detenzione per immigrati di Suan Phlu, nella capitale. 

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