Banca mondiale: l’economia cinese è sovrastimata del 40%
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il valore dell’economia cinese è sovrastimato di circa il 40%, secondo uno studio della Banca mondiale su 146 economie nazionali nel 2005. La Bm non ha più considerato il Prodotto interno lordo dei Paesi ma ha utilizzato la Parità del potere di acquisto (purchasing power parity, PPP), che si ritiene esprima dati più corretti su merci e servizi, ad esempio perché considera le differenze di prezzo per la medesima merce nei diversi Paesi. L’economia della Cina è stata valutata pari a 5,333 trilioni di dollari, invece che 8,819 trilioni come per il precedente metodo (con diminuzione di 3,486 trilioni).
La Cina è comunque la seconda maggior economia del mondo (dopo Stati Uniti e prima di Giappone, Germania e India), ma con “solo” il 9% della produzione mondiale, rispetto al 14% della precedente stima. Il Giappone è terzo con il 7% della produzione mondiale e l’India al 5° posto con il 4% anziché il 6%. Peraltro, con il precedente metodo era al 4° posto, dopo Giappone e Germania e quasi pari con Gran Bretagna e Francia. I primi 5 Stati costituiscono quasi la metà del Pil mondiale.
Albert Keidel, noto economista e studioso della Cina, osserva che questa minor ricchezza del Paese “significa che molta più gente vive sotto la soglia della povertà di chi ha meno di un dollaro al giorno per vivere”. Con il nuovo metodo il reddito pro capite in Cina è di 4.091 dollari annui, appena il 10% rispetto agli Stati Uniti che hanno 41mila dollari a persona.
Nariman Behravesh, economista capo della azienda di studi Global Insight, commenta però al South China Morning Post che “la Cina manterrà il ruolo di locomotore nell’economia globale. Non ha importanza la dimensione [della sua economia], importa che cresca e che lo faccia con grande rapidità”.
01/06/2007