Banca Mondiale: Le economie dell’Asia in leggero calo per la crisi in Europa
La crescita per il 2012 sarà del 7,8 (dall’8,2 nel 2011). Per la Cina, dal 9,1 di quest’anno all’8,4% nel prossimo anno. Scende la domanda dall’estero, si riducono i prestiti dalle banche internazionali. L’East Asia invitata a puntare sulla domanda interna o regionale. In Cina i primi segni della bolla immobiliare.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – La crescita delle economie asiatiche si sta abbassando a causa della diminuzione della domanda proveniente da Europa e Stati Uniti. Secondo un rapporto presentato ieri dalla Banca mondiale (Bm), la regione est dell’Asia crescerà dell’8,2% quest’anno e nel 2012 del 7,8%. Le previsioni sembrano abbastanza ottimiste anche per la Cina, per la quale la Bm prevede un “atterraggio senza scosse (soft landing)”, pur essendo provata dalla minore domanda e da una bolla immobiliare.
I dati sono pubblicati in occasione del semestrale rapporto sulla crescita dei Paesi in via di sviluppo dell’East Asia (esclusi Giappone, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud, Singapore, India). Bert Hofman, capo economista della World Bank nella regione, ha sottolineato che oltre alla riduzione della domanda da parte di Europa e Usa, vi sono altri elementi che influenzano in negativo la crescita dell’East Asia: i disastri naturali, come le alluvioni in Thailandia, che hanno fatto rivedere al ribasso le previsioni di crescita; i minori capitali disponibili per i prestiti, dovuti alle necessità per le banche estere di incrementare il capitale.
In particolare, la Malaysia potrebbe soffrire se le banche europee decidono di ridurre i crediti. Kuala Lumpur ha prestiti europei per il 25% del suo Pil.
Il consiglio della Bm alle economie emergenti è di offrire stimoli fiscali e dirigere gli sforzi verso il mercato interno e regionale.
Per la Cina, la Bm prevede una crescita dell’8,4% nel 2012, in ribasso rispetto al 9,1 di quest’anno. Ma tutte le previsioni dell’organismo per il gigante cinese sono rassicuranti: cresce la domanda interna; le banche possono sostenere diversi shock; perfino una bolla immobiliare può essere dominata con stimoli fiscali e una normalizzazione della politica monetaria.
Ma la notizie dalla Cina non sono rassicuranti. Secondo analisti, nei prossimi 6-9 mesi la maggior parte delle proprietà immobiliari della Cina scenderanno del 15-30%, proprio a causa di una stretta del governo sui prestiti verso imprenditori e consumatori.
Secondo la Xinhua, la scorsa settimana, un gran numero di aste per terreni a Jinan, Nanjing e Chengdu hanno visto interi lotti rimasti invenduti a venduti al prezzo minimo. Molti piccoli e medi imprenditori, strozzati dalla riduzione del credito vanno in bancarotta o fuggono all’estero, portandosi dietro guadagni e stipendi dei loro operai. Il governo è pronto a mantenere la stretta creditizia anche fino a che vi sono riduzioni del 50% degli immobili.
I dati sono pubblicati in occasione del semestrale rapporto sulla crescita dei Paesi in via di sviluppo dell’East Asia (esclusi Giappone, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud, Singapore, India). Bert Hofman, capo economista della World Bank nella regione, ha sottolineato che oltre alla riduzione della domanda da parte di Europa e Usa, vi sono altri elementi che influenzano in negativo la crescita dell’East Asia: i disastri naturali, come le alluvioni in Thailandia, che hanno fatto rivedere al ribasso le previsioni di crescita; i minori capitali disponibili per i prestiti, dovuti alle necessità per le banche estere di incrementare il capitale.
In particolare, la Malaysia potrebbe soffrire se le banche europee decidono di ridurre i crediti. Kuala Lumpur ha prestiti europei per il 25% del suo Pil.
Il consiglio della Bm alle economie emergenti è di offrire stimoli fiscali e dirigere gli sforzi verso il mercato interno e regionale.
Per la Cina, la Bm prevede una crescita dell’8,4% nel 2012, in ribasso rispetto al 9,1 di quest’anno. Ma tutte le previsioni dell’organismo per il gigante cinese sono rassicuranti: cresce la domanda interna; le banche possono sostenere diversi shock; perfino una bolla immobiliare può essere dominata con stimoli fiscali e una normalizzazione della politica monetaria.
Ma la notizie dalla Cina non sono rassicuranti. Secondo analisti, nei prossimi 6-9 mesi la maggior parte delle proprietà immobiliari della Cina scenderanno del 15-30%, proprio a causa di una stretta del governo sui prestiti verso imprenditori e consumatori.
Secondo la Xinhua, la scorsa settimana, un gran numero di aste per terreni a Jinan, Nanjing e Chengdu hanno visto interi lotti rimasti invenduti a venduti al prezzo minimo. Molti piccoli e medi imprenditori, strozzati dalla riduzione del credito vanno in bancarotta o fuggono all’estero, portandosi dietro guadagni e stipendi dei loro operai. Il governo è pronto a mantenere la stretta creditizia anche fino a che vi sono riduzioni del 50% degli immobili.
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