Bambini scomparsi e Covid: due drammi negati dal regime turkmeno
Gruppi di genitori si organizzano per proteggere i propri figli. La polizia ignora le denunce di sparizione. Le autorità non vogliono dare un’immagine negativa del Paese. Mai rivelati i numeri ufficiali sul coronavirus. Obbligo della mascherina in pubblico imposto solo pochi giorni fa.
Mosca (AsiaNews) – Cresce in Turkmenistan il panico per la sparizione dei bambini, notizia che in questi giorni circola in tutte le reti social, e per una serie di casi piuttosto clamorosi di violenza nei confronti dei minori. Nella capitale Ashabad si sono formati gruppi di genitori per sorvegliare le strade e le zone di passeggio tra le loro abitazioni e la scuola; altre famiglie hanno scelto invece di mandare i propri figli dai parenti in campagna. Le autorità e la stampa hanno evitato finora di commentare la vicenda.
Gli avvisi delle sparizioni, oltre agli allarmi sui social, si possono vedere anche nei tanti cartelli appesi sulle strade con le foto di bambini anche molto piccoli; spesso sono sistemati accanto alle stazioni di polizia e perfino sui mezzi di trasporto pubblico. Questa piaga non è nuova in Turkmenistan, e di recente è riaffiorata in modo molto preoccupante.
Secondo Radio Azatlyk, che cita diverse fonti locali, nei centri medici della capitale turkmena si verificano ogni giorno anche diversi casi di violenza su bambini tra i 10 e i 13 anni, ricoverati a volte in condizioni molto gravi.
Oltre al problema del vagabondaggio dei minori, spesso in cerca di cibo presso negozi, mercati o semplici persone compassionevoli, si ipotizza la presenza ad Ashabad di uno o più pedofili seriali. Secondo fonti del luogo, alcune telecamere di sorveglianza li avrebbero anche ripresi. Molti genitori accusano la polizia d’inerzia.
Ad Azatlyk hanno raccontato anche una vicenda di alcuni giorni fa, in cui dei passanti hanno visto due bambini fatti salire a forza su una macchina mentre gridavano. La scena è avvenuta in pieno giorno ad Ashabad, nei pressi di via Oguzkhan. I testimoni sarebbero i compagni di scuola della sesta classe (quindi intorno ai dieci anni) dei due ragazzi.
Il dramma della scomparsa dei bambini non si limita alla capitale Ashabad; diversi casi sono stati segnalati anche a Mary, quarta città del Paese, dove la polizia continua a ignorare le richieste di ricerca da parte dei genitori. Le autorità non intendono diffondere informazioni in proposito, per non alimentare il panico e non avallare un’immagine negativa della società turkmena. Il problema dei bambini dispersi è molto serio a livello mondiale, anche nelle nazioni occidentali più evolute, e il Turkmenistan non intende entrare in queste statistiche.
Nonostante le visite preoccupate di varie delegazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità fin dall’estate 2020, il regime di Gurbangul Berdymuhamedov non vuole nemmeno rivelare i numeri sulla diffusione del Covid-19. Dopo l’ultima verifica alla fine di giugno, le autorità hanno introdotto l’obbligo della mascherina, con restrizioni molto severe nel velayat (provincia) di Mary.
Lo stesso Berdymuhamedov ha presieduto una riunione del Comitato di emergenza per la lotta al “virus fantasma”. La mascherina, peraltro, è stata imposta con la motivazione “dell’aumento del pulviscolo nell’aria”, che favorirebbe in generale le infezioni, senza nominare il coronavirus. A Mary è stata istituita una speciale squadra di poliziotti in abiti civili per il controllo dell’uso delle protezioni all’aperto.
I controllori fermano le macchine per obbligare conducenti e passeggeri a tenere la mascherina anche nell’abitacolo, malgrado il caldo torrido di questi giorni e l’assenza di condizionatori nella gran parte delle auto locali. All’inizio nel Paese si consigliava di contrastare il virus fumando la locale harmala, una variante della ruta siriana. A differenza della scomparsa dei minori, ora le autorità sembrano davvero preoccuparsi del Covid, e si pensa che presto lanceranno anche la campagna vaccinale.
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