18/07/2006, 00.00
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Balzo record dell'economia cinese, timori per il pericolo inflazione

Maggior aumento del Pil da oltre 20 anni, spinto da investimenti esteri e dal mercato immobiliare. Ma esperti si interrogano sulla "sostenibilità" di simile aumento, temono effetti inflattivi e consigliano maggior attenzione allo sviluppo della società rurale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Crescita record dello 11,3% per il Prodotto interno lordo (Pil) cinese nel secondo semestre 2006, spinto dall'aumento degli investimenti esteri e dal mercato immobiliare.

E' la seconda miglior performance dal 1985, superiore al + 10,3% del primo trimestre e a tutte le previsioni. L'aumento è spinto soprattutto dagli investimenti fissi, saliti del 31,3% rispetto al primo semestre 2005, ma desta preoccupazione perché "un modello economico – spiega Zheng Jingping, portavoce dell'Ufficio nazionale cinese di statistica (Uns) che ha diffuso i dati – basato sull'eccesso di investimenti ed esportazioni non è sostenibile. Il Governo manterrà la guardia alta per far fronte alle pressioni inflazionistiche".

Infatti il pericolo – ammonisce da tempo la Banca mondiale – è che la sovrapproduzione provochi un ribasso dei prezzi e, quindi, dei profitti, aggravando così i conti delle banche nazionali già piene di crediti inesigibili.

"Siamo preoccupati della situazione dell'economia cinese – spiega Masahiro Kawai dell'Asian Development Bank – che rischia il surriscaldamento. Ora ci sono i presupposti per un rialzo dei tassi e per un più veloce apprezzamento dello yuan".

L'Adb è anche preoccupata per le riserve cinesi di valuta estera, che potrebbero giungere a 1.000 miliardi di dollari Usa entro l'anno. "L'esperienza insegna – aggiunge Masahiro – che una simile politica [usare i bond della banca centrale per prosciugare l'eccesso di liquidità e] non può essere sostenuta per lungo tempo".

Invece Zheng ha escluso una "immediata" rivalutazione dello yuan. Peraltro, osservano esperti, anche l'anno scorso fonti governative hanno escluso con decisione una possibile rivalutazione, poi avvenuta proprio il 21 luglio.

Molti analisti, tuttavia, si interrogano anche circa l'attendibilità di queste cifre, diffuse dall'Uns, e osservano che arrivano proprio dopo l'inizio del nuovo piano quinquennale approvato dal Governo all'inizio dell'anno, che ha anche autorizzato le autorità periferiche a maggiori investimenti nell'economia locale. E' osservato che nel passato i dati degli uffici locali non sempre sono risultati attendibili, specie quando era pianificato e richiesto un incremento nello sviluppo. Si rileva che i maggiori incrementi relativi si registrano nelle province interne, come l'Henan e la Mongolia interna.

"Anche importanti – osserva Dong Tao, economista del Credit Suisse a Hong Kong – sono gli scambi commerciali, che sono giunti a 38 miliardi di dollari nel secondo trimestre e contribuiscono per due punti alla crescita del Pil".

Pechino – ritiene Masahiro – dovrebbe frenare simile boom negli investimenti e puntare invece a un aumento dei consumi nelle zone rurali, anzitutto con riforme nel sistema di sicurezza sociale. (PB)

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