27/10/2016, 16.05
GIAPPONE - ASIA
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Balene, “affonda” la proposta per proteggerle

La proposta sulla creazione di un altro “santuario atlantico” per la salvaguardia e la proliferazione delle balene, ancora una volta non è stata approvata. La caccia verrà continuata da Giappone, Norvegia e Islanda. Il commissario giapponese: “La caccia è ecosostenibile. L’ambiente è importante, ma lo sono anche le tradizioni!”

Portorose (AsiaNews/France-Presse) – Anche quest’anno si è tenuto l’incontro della Commissione baleniera internazionale (Cbi). Vi hanno preso parte tutti i Paesi coinvolti nello sfruttamento, studio o protezione dei mammiferi marini. Nel raduno tenutosi il 24 ottobre scorso, si è discussa la possibilità di creare un “santuario atlantico” per le balene, che oggi sono in via d’estinzione. I maggiori oppositori a quest’idea sono Giappone, Islanda e Norvegia. La proposta ha avuto solo 38 dei 64 consensi e non ha raggiunto il 75% previsto per l’approvazione. Il progetto era quello di creare nell’oceano Atlantico meridionale una zona protetta di 20 milioni di chilometri quadrati. E. Zolfagharifard, del Daily Mail afferma che “su circa tre milioni di balene uccise tra il 1900 e il 1999 - almeno due terzi vengono dall’emisfero meridionale”.

Tra i Paesi più attivi nella caccia commerciale, il Giappone è uno dei maggiori esponenti. Nella storia ha infatti costruito su quest’attività una florida economia – tra dicembre e marzo 2016 ha ucciso esemplari per un valore di 33 milioni di dollari Usa – e spinge assieme alla Norvegia e all’Islanda, per conservare senza “restrizioni” le proprie attività. Tali restrizioni sono in corso dal 1986, quando una moratoria sulla caccia commerciale indetta dalla Cbi, ha consentito l’uccisione delle balene solo per il sostentamento di piccole comunità in Groenlandia e Islanda o per la ricerca scientifica.

La Norvegia invece, che seguita a svolgere la caccia commerciale dopo aver inviato un’obiezione formale alla Cbi, nel 2014 ha ucciso 736 balene. Nonostante un calo nazionale nel consumo di carne di balena, il Paese riesce ad esportarne in Giappone, dove viene trasformato in mangimi.

Durante l’incontro, il commissario giapponese della Cbi Joji Morishita ha affermato che “la caccia alle balene è perfettamente ecosostenibile” ha anche aggiunto che da circa 30 anni, molte delle comunità costiere giapponesi sono state ingiustamente private della loro principale fonte di sostentamento. È stata proprio la questione sulle piccole comunità costiere l’elemento di più dibattuto. “Non intendiamo rinnegare la moratoria – ha puntualizzato – vogliamo solo una piccola somma di esemplari di determinate specie in determinate aree. Non possiamo ignorare queste quattro comunità giapponesi che da circa 5mila anni vivono di questo. Preservare l’ambiente e chi ci vive è importante, ma lo sono anche le tradizioni!”.

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