Baku accusa l'Europa di 'colonialismo'
L’astio di Aliev nei confronti degli europei è motivato dal fatto che secondo lui il "tentativo di ingerenza" negli affari della Georgia si trasmette anche all’Azerbaigian, attraverso "le ong per i diritti umani e i flussi di capitali ad esse collegate". Per questo loda Tbilisi che ha introdotto la legge sulle “influenze straniere”.
Baku (AsiaNews) - Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliev, è intervenuto al forum di Baku sul tema del “Nuovo ordine mondiale”, con una serie di dichiarazioni sulla Georgia e criticando l’Unione europea e il Consiglio europeo. A suo parere, “l’atteggiamento della Commissione europea sui processi interni della Georgia è assolutamente inaccettabile, è un comportamento da colonizzatori, che cercano di guardare alla volontà del popolo georgiano attraverso il prisma del passato coloniale”, esprimendo la vicinanza degli azeri ai georgiani e al governo di Tbilisi, in quanto “le questioni interne della Georgia devono essere decise dal popolo georgiano, non dai burocrati di Bruxelles”.
Parlando del Consiglio d’Europa, Aliev ha portato come esempio proprio la situazione dell’Azerbaigian, dove “gli europei volevano isolarci e discriminarci, ma di fatto hanno isolato sé stessi dal Caucaso”, ciò che si è appunto ripetuto con la Georgia. La “mentalità coloniale”, secondo il presidente azero, è particolarmente evidente “in quei politici che non sono riusciti a farsi eleggere al Parlamento europeo e hanno trovato posto nell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ma il loro atteggiamento è controproducente”. I deputati dell’assemblea dell’Apce, che ha sede presso il Palazzo d’Europa di Strasburgo, rifiutarono nel 2024 di ammettere la delegazione dell’Azerbaigian per “le continue violazioni dei diritti dell’uomo” nel Paese, con la persecuzione degli oppositori politici e della stampa indipendente, oltre alle aggressioni belliche nel Nagorno Karabakh. Nel 2025 la stessa decisione è stata presa nei confronti della delegazione del partito del “Sogno Georgiano”.
L’astio di Aliev nei confronti degli europei è motivato dal fatto che secondo lui il tentativo di ingerenza negli affari della Georgia si trasmette anche verso l’Azerbaigian, attraverso le attività delle organizzazioni internazionali non governative e umanitarie, e i flussi di capitale ad essi collegati. Il presidente afferma che “alcune organizzazioni occidentali usano mezzi molto creativi per superare gli ostacoli nell’immettere finanziamenti dalle nostre parti, usando diversi corrieri che arrivano fino a noi passando dalla Georgia”, dove hanno ancora un certo spazio di azione attraverso le banche georgiane controllate dagli stranieri. Si tratta di “carte di credito anonime e contanti, che vengono diffusi per destabilizzare la situazione”, e quando le forze dell’ordine perseguono e arrestano questi “corrieri”, allora “cominciano ad accusarci di azioni anti-democratiche”, ha commentato Aliev.
Per questo viene lodato il presidente americano Donald Trump per la chiusura di Usaid, l’agenzia Usa per lo sviluppo internazionale, anche se “è una misura ancora insufficiente”, per quanto l’Usaid è considerato “il mostro numero uno, una struttura totalmente corrotta”, ma bisogna andare fino in fondo. Viene valutata molto positivamente anche la chiusura di Radio Svoboda e di Voice of America, ma si chiede di usare analoga fermezza nell’interrompere le attività di Human Rights Watch, Freedom House, Amnesty International, Transparency International, una “infrastruttura di nemici politici che dev’essere totalmente annullata”.
Tornando sulle relazioni tra Baku e Tbilisi, Aliev ha ricordato che la prima visita ufficiale all’estero del premier Iraklij Kobakhidze, dopo le elezioni parlamentari di novembre scorso, si è svolta proprio in Azerbaigian, dove ha intenzione di recarsi anche il nuovo presidente georgiano Mikhail Kavelašvili, anch’egli al suo primo viaggio all’estero. Le prime visite hanno infatti “un grande valore simbolico, che testimoniano della nostra amicizia e fedeltà reciproca nelle relazioni internazionali”. Aliev aveva più volte affermato che “la Georgia ha ritardato alquanto nel controllo sui finanziamenti dall’estero alle organizzazioni e alla stampa anti-governativa”, ma ora le cose si stanno mettendo a posto, dopo l’introduzione della legge sulle “influenze straniere” che ha provocato la rottura dei rapporti con la Ue, e il consolidamento dell’asse filo-russo nel Caucaso meridionale.
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