Bahrain, nuovo arresto per l’attivista sciita Nabil Rajab
In mattinata la polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione, prelevandolo. Nel contesto dei raid sequestrati apparecchi elettronici e altri oggetti. Dalle autorità nessun commento né spiegazione sui motivi del fermo. Nei giorni scorsi un altro attivista di primo piano aveva lasciato il Paese nel timore di essere fermato. L'uomo lavora per i diritti umani nel Paese.
Manama (AsiaNews/Agenzie) - Questa mattina le forze di sicurezza del Bahrain hanno arrestato di nuovo l’attivista pro-diritti umani Nabil Rajab, già fermato in passato e condannato al carcere. A riferirlo sono i familiari e colleghi attivisti con un messaggio su twitter, che parlano di un raid nella sua abitazione avvenuto nella prima mattinata di oggi. Il suo arresto rientra in una più ampia operazione lanciata dalle autorità contro il dissenso interno, a cinque anni dalla Primavera araba.
Al momento non vi sono comunicazioni ufficiali in merito all’arresto di Rajab, presidente del Centro per i diritti umani del Bahrain. Tuttavia, il fermo arriva a pochi giorni di distanza dalla partenza per la Danimarca di Zainab al-Khawaja, altra figura di primo piano dell’attivismo interno. Secondo alcune fonti a lui vicine, egli ha lasciato il Paese nel timore di un nuovo arresto.
Nel contesto del blitz, la polizia ha sequestrato apparecchi elettronici e altri oggetti dalla casa di Rajab; anche la moglie dell’attivista, Sumayia, ha denunciato il fermo e la perquisizione effettuata nella loro abitazione. Di contro, sinora non vi sono state dichiarazioni ufficiali delle autorità del Bahrain o della polizia, che mantengono la linea del riserbo assoluto.
Liberato nel luglio scorso dopo aver beneficiato di una grazia reale per “motivi di salute”, egli era già stato arrestato e condannato a più riprese anche in passato. Nell’agosto del 2012 Nabil Rajab era stato condannato a tre anni di prigione per provocato e partecipato a manifestazioni contro il governo.
Rajab, uno sciita, originario del villaggio di Bani Jamra, nei pressi della capitale Manama, ha guidato molte proteste contro il potere di Al Khalifa, chiedendo maggiore democrazia e libertà civili. Il 6 giugno dello stesso anno l'attivista era stato arrestato per aver insultato la comunità sunnita sul web.
Il Bahrain è una monarchia del Golfo retta da una dinastia sunnita in un Paese in cui la maggioranza della popolazione (almeno il 60-70%) è sciita e da tempo chiede cambiamenti costituzionali e diritti sociali ed economici. Nel 2011 sulla scia delle primavere arabe, vi sono state sommosse che il re del Bahrain - alleato di Washington e sostenuto da Riyadh - ha sconfitto con truppe armate inviate dall’Arabia Saudita.
18/07/2016 08:58