Bago, pacco bomba uccide un parlamentare, tre poliziotti della disobbedienza civile e un altro uomo
Thet Win Hlaing, della Lega nazionale per la democrazia, si nascondeva dalla repressione, insieme a poliziotti disertori. Un quarto poliziotto è stato ferito e nello scoppio ha perso entrambe le braccia. Il giornalista giapponese Yuki Kitazumi accusato di “fake news”: rischia fino a tre anni di prigione.
Yangon (AsiaNews) – Cinque persone sono state uccise ieri pomeriggio nella regione di Bago, a Pyay. Fra essi vi sono il parlamentare Thet Win Hlaing (foto 1), della Lega nazionale per la democrazia (NdL) e tre poliziotti, che dopo aver disertato hanno aderito al movimento per la disobbedienza civile contro la giunta militare. Il quinto ucciso è il padrone di casa che ospitava il parlamentare e i poliziotti, che si nascondevano dalla repressione. Un quarto poliziotto è stato ferito in modo grave e ora è all’ospedale. A causa dello scoppio, il ferito ha perso entrambe le braccia.
Secondo alcuni residenti, citati da Myanmar Now, subito dopo lo scoppio della bomba, sono giunti sul luogo 10 camionette di soldati e polizia.
Dal colpo di Stato in poi, la giunta esercita sempre più violenza contro le manifestazioni di protesta in città e villaggi (foto 2 e 3) che continuano quasi ogni giorno. In queste settimane, i gruppi armati delle etnie – da decenni in lotta contro l’esercito – si sono uniti all’opposizione e per difendere la popolazione, prendono di mira le basi militari.
Come già annunciato, ieri il Kia (Kachin Independence Army) ha colpito e distrutto un elicottero con tre soldati a bordo nella regione di Kone Law.
I media locali – sotto obbedienza della giunta – riportano anche l’uccisione di un amministratore locale, accoltellato a Yangon. Molte informazioni sono difficili da verificare a causa della repressione esercitata sui giornalisti. Vi sono circa 30 giornalisti in prigione, molti locali, alcuni stranieri. Fra questi ultimi vi è anche il giapponese Yuki Kitazumi (foto 4), che proprio ieri – giornata mondiale per la libertà di stampa – è stato accusato di diffondere “fake news”. Egli è stato arrestato lo scorso 18 aprile e da allora è in prigione. È corrispondente di diverse testate e ha seguito fin dall’inizio il colpo di Stato e le manifestazioni. Sul suo blog personale egli ha spesso lodato i giovani manifestanti e deprecato la violenza della giunta.
Se condannato, Kitazumi rischia fino a tre anni di prigione. L’ambasciata giapponese nel Paese afferma che per ora il giornalista è in buone condizioni di salute e che sta cercando vie per il suo rilascio.
Secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, il numero degli uccisi dal primo giorno del colpo di Stato (1° febbraio 2021) fino a ieri, è salito a 766. Nello stesso periodo la giunta ha arrestato 3614 persone; 80 di loro sono stati condannati.
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