Avvocato del Kerala: “prova inconfutabile” la perizia balistica sulle armi dei marò
Kochi (AsiaNews) - "Il rapporto del Forensic Sciences Laboratory è una prova inconfutabile". Così Vincent Panikulangara, avvocato dell'Alta corte del Kerala, commenta ad AsiaNews i risultati della perizia balistica condotta sulle armi sequestrate dalla Enrica Lexie, secondo cui i pescatori indiani sono stati uccisi da due fucili Beretta ARX 160. Presentata questa mattina al magistrato di Kollam, la relazione sembra inchiodare in modo definitivo i due marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, unici indagati fino a oggi per la morte di Jelestein e Ajesh Binki, avvenuta il 15 febbraio scorso. I risultati della perizia erano attesi dal 25 febbraio, quando una squadra di esperti indiani e italiani hanno condotto insieme gli esami.
"Dopo aver esaminato i proiettili estratti dai corpi dei due pescatori - affermano i tecnici nel rapporto - possiamo confermare che si tratta di quei due fucili. Non sono stati usati armi da cecchino. Non abbiamo rilevato alcuna manomissione del materiale sequestrato". Delle 15 armi e 10mila proiettili a bordo della petroliera, la polizia aveva sequestrato sei fucili Beretta e due mitragliatrici Minimi di fabbricazione belga.
Secondo l'avvocato, il rapporto "non cambia lo scenario attuale, ma anzi conferma l'ipotesi sostenuta fino a oggi". Dall'inizio della vicenda infatti, i due fucilieri del Battaglione San Marco sono stati gli unici accusati della morte dei due pescatori indiani. La difesa italiana ha sempre definito l'accaduto "un tragico incidente", sostenendo la tesi secondo cui i militari avrebbero scambiato il peschereccio indiano per pirati somali.
Tuttavia, aggiunge Panikulangara, "dobbiamo ancora aspettare la sentenza sulla giurisdizione. I dettagli su quest'altro aspetto della vicenda devono ancora essere stabiliti con certezza". (GM)