Avvocati internazionali per il rilascio di Xie Yang, detenuto da Pechino
La International Commission of Jurists (Icj) ha diffuso un comunicato. Sam Zarifi: “Avvocati come lui indispensabili per garantire diritti umani e stato di diritto in Cina”. Durante la detenzione inflitte gravi torture e maltrattamenti. Chen Guiqiu, moglie dell’avvocato: “Avevano promesso la sua liberazione entro aprile”. La promessa di scarcerazione legata alla registrazione di una “video-confessione”.
Pechino (AsiaNews/Rfa) – Un gruppo internazionale di avvocati e giudici ha invitato Pechino a rilasciare l'avvocato per i diritti umani Xie Yang, detenuto dal luglio 2015 in seguito ad una serie di arresti di massa operati dalle autorità cinesi. Il tribunale della città di Changsha, nella provincia centrale dell’Hunan, lo scorso 25 aprile ha rinviato senza motivo il processo dell’avvocato cristiano protestante.
Xie aveva lavorato in numerosi casi considerati politicamente sensibili dal Partito comunista. Come altri avvocati perseguiti dalle autorità, in passato egli ha prestato assistenza legale a dissidenti. Tra i suoi clienti vi erano numerosi attivisti cinesi che sostengono la democrazia di Hong Kong e cristiani impegnati nella difesa per la libertà religiosa.
La International Commission of Jurists (Icj) ha diffuso un comunicato sul proprio sito web, lanciando un appello al governo cinese per la scarcerazione di Xie, che durante la detenzione ha subito gravi torture e maltrattamenti. Sam Zarifi, segretario generale della Icj, ha dichiarato: “L'arresto e l'incriminazione di Xie Yang sembrano essere in relazione con le sue legittime funzioni professionali di avvocato per i diritti umani”.
“Nessun legale dovrebbe essere perseguitato per aver svolto i propri doveri professionali. Avvocati come Xie Yang sono indispensabili per garantire la tutela dei diritti umani e mantenere lo stato di diritto in Cina”, ha detto Zarifi. “Il governo dovrebbe rilasciarlo immediatamente e condurre un'indagine tempestiva, approfondita e imparziale sulle accuse di tortura”.
La Icj ha rivelato che Xie non è più riuscito a comunicare con i suoi avvocati dal momento in cui ha raccontato loro delle torture per mano della polizia ed è ora rappresentato da un avvocato nominato dal governo. In accordo con le leggi internazionali in materia di diritti umani, il comunicato dell’associazione ribadisce che il detenuto deve essere liberato quanto prima, poiché in assenza di un reato riconoscibile.
Chen Guiqiu, moglie di Xie che si trova ora negli Stati Uniti, ha dichiarato che l'avvocato del governo è colluso con la polizia e non può offrire una difesa adeguata per suo marito. La donna ha anche accusato le autorità di aver rotto la promessa per il suo pronto rilascio. “Mi avevano detto che sarebbe stato rilasciato intorno alla fine di aprile e che con probabilità avrebbe avuto alcune restrizioni sulla sua libertà per pochi giorni. Le condizioni per l’accordo erano che avremmo dovuto smettere di parlare”.
Fonti vicine alle autorità hanno rivelato che la promessa di scarcerazione sarebbe legata alla registrazione di una “video-confessione” da parte di Xie. L’offerta, secondo le fonti, sarebbe stata presentata poco dopo la pubblicazione delle accuse di tortura mosse nei confronti di Pechino.
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