Autobombe e suicidi a Baghdad, mentre si avvicina la “liberazione” di Mosul
Stamane un’autobomba a Khales ha ucciso 10 persone; ieri a Kadhimiyah sono morte 15 persone. Il premier e il ministro della difesa annunciano i piani per liberare Mosul. Molti gruppi – fra cui quello di Moqtada al-Sadr – non vogliono truppe straniere (turche o statunitensi) sul terreno, ma chiedono di condividere informazioni coi Paesi della coalizione anti-Daesh. A Mosul i miliziani smobilitano gli uffici della morale islamica. Bloccate le comunicazioni via internet.
Baghdad - (AsiaNews) – Un’autobomba è esplosa stamane nella città di Khales, a nord di Baghdad uccidendo 10 persone e ferendone 36 (v. foto). Finora nessuno ha rivendicato l’attacco terrorista, anche se si sospetta la mano di Daesh (Stato islamico). Ieri un attacco suicida è avvenuto nel quartiere di Kadhimiyah, uccidendo almeno 15 persone.
Le forze dell’ordine pensano che tutti questi attacchi siano il tentativo disperato dei miliziani di Daesh di frenare l’avanzata delle truppe irakene verso Mosul.
A poche settimane dalla liberazione di Falluja, infatti, l’esercito iracheno si appresta a liberare Mosul, ultima roccaforte di Daesh in Iraq. A spianare la strada verso la riconquista del capoluogo della provincia di Ninive, sono le vittorie registrate nei giorni scorsi da parte dell’esercito, che ha liberato molte località fra Al Qayara e Mosul, fra cui il villaggio di Al Awsaja, a soli 50 km da Mosul.
Due giorni fa, durante la cerimonia di fine corso degli agenti di Polizia federale e delle squadre antisommossa, il premier Haydar al-Abadi ha affermato che dopo la liberazione di “Salah Eddin, Tikrit, Ramadi nell’Anbar, Diyala e Falluja, e prima ancora Jerf el Sakhr, avanziamo ora [verso] il centro di Mosul, capoluogo della provincia di Ninive, per eliminare l’ultimo nascondiglio dei topi di Daesh fuggiti da Falluja”.
Da parte sua, il 22 luglio scorso, Khaled El Obeidi, Ministro della difesa, a Washington per una riunione fra i ministri di difesa della Coalizione nella lotta contro Daesh, ha dichiarato, che “ Daesh si ritira davanti all’avanzata delle Forze irachene ed è in cerca ora di altri rifugi sicuri”. Egli ha sottolineato che per Baghdad “l’anno 2016 deve essere l’anno della fine di Daesh in Iraq”.
I ministri della difesa dei Paesi alleati si sono accordati sulla necessità di coordinare gli sforzi nelle operazioni di liberazione di Rakka (in Siria) e Mosul (in Iraq), proprio mentre emergono tante correnti irachene che rifiutano un intervento di truppe straniere di terra per la liberazione di Mosul, sostenendo che essa potrebbe avvenire senza alcun aiuto esterno.
In questa direzione si è levata la voce dello sciita Moqtada Al Sadr, il quale ha invitato i suoi fedeli a “lottare contro i soldati americani nel caso calpestino il suolo iracheno per la battaglia di Mosul”. Zuhair Al Jiburi, portavoce ufficiale di Al Hashd El Shaabi (Mobilitazione popolare, milizie paramilitari formate tre giorni dopo la caduta di Mosul), ha rincarato la dose, affermando che “ la battaglia di Mosul non ha bisogno di interventi stranieri di truppe di terra, siano esse turche o statunitensi”. Egli ha però riconosciuto che “l’Iraq ha bisogno, al più presto, di tutte le informazioni e i dati raccolti su Daesh dalle Forze Alleate, per diminuire per quanto possibile la perdita di vite umane fra i civili”. Secondo Jiburi le “Forze irachene sono capaci da sole di liberare Mosul”
Fonti affidabili all’interno di Mosul riferiscono che Daesh ha iniziato a chiudere molte sedi locali note come Al Hesbeh (Polizia di controllo della morale islamica, in vigore nel califfato) mentre intere parti di Mosul sono prive di collegamenti internet. Secondo quanto già annunciato da Daesh, in vista di un possibile attacco armato iracheno, a partire dell’inizio del mese prossimo verrà eliminato internet in modo totale, per evitare comunicazioni e segnalazioni fra gli abitanti e l’esercito irakeno (P.B.)
18/06/2016 09:27
01/04/2008