Ausiliare di Manila: dialogo fra governo e ribelli islamici "unica via per la pace nelle Filippine"
Manila (AsiaNews/Cbcp) - I negoziati e il dialogo pacifico sono l'unica soluzione possibile per raggiungere un accordo con il Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff); di contro, un'offensiva di ampia portata contro il gruppo ribelle islamista finirebbe per creare più problemi di quanti in realtà non ne risolverebbe. È quanto ha affermato in un'intervista a Radio Veritas il vescovo ausiliare di Manila, mons. Broderick S. Pabillo, secondo cui i funzionari di governo dovrebbero convincere i leader del Biff a sedere al tavolo delle trattative.
Già nelle scorse settimane i vescovi filippini hanno condannato "l'atto di violenza contro la vita umana" che ha causato la morte di almeno 44 poliziotti, uccisi dalle milizie del ribelli Milf (Moro Islamic Liberation Front) e Biff (Bangsamoro Islamic Freedom Fighters).
Lo scontro a fuoco è avvenuto lo scorso 25 gennaio a Mamasapano, nella provincia di Maguindanao, situata nella Regione Autonoma nel Mindanao Musulmano, nel sud delle Filippine.
Analisti ed esperti di politica locale sottolineano che si è trattato degli scontri più gravi dalla firma dell'accordo di pace fra miliziani e governo centrale, sottoscritto lo scorso anno per mettere fine a decenni di combattimenti.
"I negoziati devono essere presi seriamente in considerazione" avverte mons. Pabillo, perché "le offensive non sortiscono nulla di positivo... Se il governo è capace di negoziare con il Milf, perché non dovrebbe fare altrettanto con il Biff?". Il prelato ricorda inoltre che i civili sono sempre "i primi" a soffrire nelle situazioni di guerra e di conflitto armato.
Fra quanti auspicano la ripresa dei negoziati di pace vi è anche mons. Socrates B. Villegas, arcivescovo di Lingayen-Dagupan e presidente della Conferenza episcopale, secondo cui governo e ribelli sono "moralmente obbligati" a cercare "la via della pace". Egli afferma che è di "vitale importanza" far luce sulle cause del massacro e le relative responsabilità, perché la pace trae il suo fondamento "dalla verità, dall'impegno per la giustizia sociale e il rispetto della legge fondante del Paese".
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