Aumenta il controllo e la persecuzione contro i cristiani
Nukus (AsiaNews/Forum18News) "Voi cristiani dovreste essere tutti fucilati!", ha dichiarato M. Arzymbetov , il pubblico ministero della città, davanti a 11 membri della Chiesa di Cristo, interrogati lo scorso 21 aprile. I cristiani hanno ricevuto pressioni per rinunciare alla loro fede e convertirsi all'Islam.
La minaccia è avvenuta durante un interrogatorio in cui si chiedeva ai cristiani di firmare un documento nel quale confessavano di aver partecipato a incontri religiosi e attività di formazione "illegali". Essi attendono ora un processo in cui verranno multati. Le autorità affermano che l'interrogatorio aveva come motivo solo l'illegalità della organizzazione religiosa: "Tutti loro sono membri di un'organizzazione non registrata. Tali attività sono proibite dalla legge", ha detto il pubblico ministero Atzymbetov.
Testimonianze di violenze, minacce, interrogatori, vessazioni di fedeli protestanti sono aumentate anche in altre zone del paese. Nel marzo scorso a Tashkent, 6 cristiani sono stati processati e multati per aver organizzato un incontro di preghiera in un appartamento privato. Sempre nella capitale, la polizia ha fatto irruzione per interrompere un incontro religioso fra uzbechi e cristiani sudcoreani. I cittadini uzbechi hanno dovuto pagare multe pari a 5 volte il salario minimo mensile; ai coreani è stato "chiesto" di lasciare il paese in quanto coinvolti in "attività religiosa illegale".
I gruppi cristiani che cercano di ottenere la registrazione dal governo, come richiesto dalla legge, vengono inghiottiti in un circolo vizioso di bustarelle che non porta a nessun risultato. "Ogni volta la burocrazia si sofferma deliberatamente su alcune imprecisioni grammaticali presenti nella domanda e così ogni volta essi rifiutano la registrazione, per motivi apparentemente oggettivi", ha detto un protestante che ha chiesto l'anonimato. In realtà le autorità puntano i piedi per impedire alle chiese di funzionare".
A Nukus, capitale della repubblica del Karakalpakstan (nel nord ovest dell'Uzbekistan), l'aumento delle restrizioni per le attività religiosi soprattutto dei gruppi cristiani è cominciato ai primi di aprile.
Ufficialmente la costituzione garantisce libertà di religione e separazione fra chiesa e stato, ma il governo uzbeco mantiene un rigido controllo sulla vita dei gruppi protestanti e delle sette religiose.