Attivisti pakistani: serve una commissione indipendente per i diritti delle minoranze
Chiedono che sia creata dal Parlamento e non dal governo, come stabilito dalla Corte suprema nel 2014. Peter Jakob: l’esecutivo è colpevole di oltraggio alla corte e viola i suoi obblighi costituzionali e internazionali. Per gli esperti, senza l’approvazione parlamentare l’organismo è inutile.
Lahore (AsiaNews) – Attivisti e avvocati per i diritti umani si oppongono alla creazione di un Commissione nazionale per le minoranze alle dirette dipendenze del governo federale. La decisione dell’esecutivo va contro un suo precedente impegno per il varo di un organismo indipendente attraverso un atto del Parlamento nazionale.
Nel giugno del 2014, con una storica sentenza, la Corte Suprema aveva ordinato al governo di costituire un organismo indipendente a tutela dei diritti delle minoranze. Il 19 febbraio, in una comunicazione alla massima autorità giudiziaria del Paese, le autorità federali avevano reso noto che la Commissione sarebbe stata nominata con voto parlamentare. Poi è arrivato il loro voltafaccia.
Secondo Peter Jacob, presidente della Commissione popolare per i diritti delle minoranze, con la scelta di creare un comitato ad hoc all’interno del ministero degli Affari religiosi, il governo si rende colpevole di oltraggio alla corte. Esso ha violato inoltre alcune convenzioni internazionali, oltre ad andare contro all’obbligo etico e morale di proteggere i diritti delle minoranze, come sancito dalla Costituzione.
Il 6 maggio, con il sostegno di altri esponenti della società civile, Jakob ha annunciato un ricorso alla Corte suprema contro la decisione governativa. Con lui si sono schierate anche Hina Jillani, avvocato per i diritti umani ed ex inviata speciale delle Nazioni Unite, e Khawar Mumtaz, in passato presidente della Commissione nazionale per i diritti delle donne. Per loro, l’organismo istituito dal governo è inutile, in quanto privo di forza legale e indipendenza.
Lo storico e politologo Yaqoob Bangash osserva che i comitati governativi per la protezione delle minoranze creati negli ultimi tre decenni si sono riuniti al massimo una volta all’anno, senza prendere alcuna decisione legalmente vincolante.
Secondo diverse fonti, ahmadi, cristiani, indù, sikh e sciiti sono le minoranze più discriminate in Pakistan, un Paese di 212 milioni di abitanti, per la maggior parte di etnia punjabi e credo musulmano sunnita.