Attivisti contro lo strapotere delle autorità per salvare la foresta di Khimki
Mosca (AsiaNews) – Mentre la Russia va a fuoco e il caldo non dà tregua, un’altra vicenda costringe le autorità a confrontarsi coi problemi legati al rispetto dell’ambiente. Si tratta di quello che i media russi hanno già ribattezzato il “pogrom di Khimki”, la foresta appena fuori Mosca destinata a scomparire per far spazio al progetto di una nuova autostrada tra la capitale e San Pietroburgo. Lo scorso 31 luglio, la polizia ha sgombrato con la forza l’accampamento di tende messo in piedi, all’inizio del mese, da decine di attivisti per impedire che andassero avanti i lavori di disboscamento. Gli scontri sono continuati poi lunedì 2 agosto, quando sono stati arrestate circa 50 persone, tra cui il leader del partito d’opposizione Jabloko, Sergej Mitrokhin, per aver organizzato una manifestazione non autorizzata nella foresta.
La storia
Il movimento in difesa di Khimki, Ecodefence, ha preso vita su iniziativa di Yevgenia Chirikova, ex manager di 33 anni e madre di due figli. Quando tre anni fa, insieme al marito, ha capito che la foresta dove si erano trasferiti da Mosca sarebbe stata distrutta per far posto a un’autostrada, la donna ha deciso di non rimanere a guardare. I 150 ettari della foresta di Khimki sono protetti dalla legge federale e rientrano nella “cinta verde” di Mosca, tutelata sia per il suo patrimonio faunistico che per l’importanza che riveste nel contenere l’inquinamento che arriva dalla capitale. Nel 2004, però, il ministero dei Trasporti ha annunciato un piano per costruire la nuova autostrada con l’intento di decongestionare il traffico. Pur ritenendo necessaria la “grande opera”, gli ambientalisti sottolineano che il percorso “più logico per l’autostrada sarebbe quello che segue la linea ferroviaria che già collega Mosca e Pietroburgo”. Invece, la rotta approvata dal sindaco di Khimki Viktor Shelchenko, nel 2006, prevede il passaggio attraverso la foresta. Ufficialmente per “avvicinare la strada all’aeroporto di Mosca, Sheremetevo". Gli attivisti, però, fanno notare che la società che si è aggiudicata l’appalto, la Teplotechnik, ha anche “comprato” il diritto di edificare per due km a destra e sinistra dell’autostrada, così gli ampi spazi di Khimki rappresentano un boccone succulento.
L’arroganza delle autorità locali
Secondo il quotidiano Kommersant, lo scontro tra società civile e autorità locali è destinato ad acuirsi se queste ultime non decideranno finalmente di intraprendere un dialogo costruttivo. “Si tratta di una situazione di ‘regime di assolutismo locale’, dove le autorità moscovite spadroneggiano nella violazione della legge e la società civile è costretta a fare la parte del governo centrale che non sta intervenendo”, fa notare il capo dell’Istituto di globalizzazione e movimenti sociali Boris Kagarlinsky.
Una campagna pericolosa
La violenza a Khimki è ormai di casa da alcuni anni. Soprattutto contro i giornalisti che hanno osato criticare il potente governatore Vladimir Vladimirovich Strelchenko. A novembre 2008, un giornalista locale dell’opposizione, Mikhail Beketov, direttore della Khimkinskaja Pravda, era stato picchiato alla periferia di Mosca e ricoverato in ospedale con ferite gravi. Un’altra pubblicazione legata all’opposizione, Grazhdanskij Forum, ha chiuso, dopo che il suo direttore è stato picchiato in un agguato. La stessa Chirikova, nel 2008, è scampata ad un aggressore in moto che ha provato a investirla.
Intanto, nonostante le proteste, i lavori di disboscamento a Khimki vanno avanti e la polizia ha cordonato tutta l’area.