Attivista per i diritti umani: Papa Francesco porterà pace e giustizia in Sri Lanka
Colombo (AsiaNews) - L'esperienza di papa Francesco sotto la dittatura argentina lo aiuterà ad assistere lo Sri Lanka nel dare giustizia alle vittime della guerra civile. Lo afferma Ruki Fernando (v. foto), attivista per i diritti umani in Sri Lanka, in un'intervista ad AsiaNews. Il cattolici del Paese, laici e leader religiosi, devono imparare dalla sua umiltà e cercare di attuare il suo invito a "una Chiesa povera e per i poveri". Di seguito, l'intervista a Ruki Fernando.
Qual è la sua impressione sulla scelta di un gesuita come papa e leader spirituale della popolazione cattolica mondiale?
L'ordine religioso non è importante, sono importanti la visione, l'impegno, l'approccio di un essere umano; quanto quella persona è fedele alla missione di Cristo di portare la Buona Novella ai poveri. Ma trovo positiva l'apertura dei cardinali di scegliere qualcuno proveniente da un ordine religioso, in particolare da un ordine che, in passato, ha avuto tensioni con alcuni papi.
Quali sono le lezioni che i cattolici dello Sri Lanka - leader religiosi e laici - possono imparare da papa Francesco?
Non conosco di persona il nuovo papa, ma basandomi sulle testimonianze di molte persone che lo hanno conosciuto credo che possiamo cercare di imparare dalla sua umiltà - l'aver usato mezzi pubblici [quando era vescovo e cardinale], cucinare da solo i propri pasti, vivere in un semplice appartamento. Penso che i leader della Chiesa in Sri Lanka possono certamente imparare dalle scuse che questo papa e i vescovi argentini hanno offerto alla popolazione, per il loro silenzio sulle sparizioni e le altre violazioni dei diritti umani avvenute sotto la dittatura.
Per quanto riguarda la pace e la riconciliazione, in Sri Lanka stiamo ancora attraversando una grande crisi. Crede che il Santo Padre possa aiutare i srilankesi ad affrontare questo problema e agire in modo concreto? Se sì, in che modo?
Credo che l'esperienza personale del Santo Padre durante la dittatura, inclusi i suoi sforzi, i successi e i fallimenti, e le esperienze più vaste in Argentina e negli altri Paesi latino-americani nel cercare verità e responsabilità, lo ponga in una buona posizione per assistere lo Sri Lanka. Dato il suo dichiarato impegno verso una Chiesa povera e per i poveri, spero che guarderà e parlerà dei problemi nel nostro Paese dalla prospettiva dei poveri. Penso, per esempio, a quelle terre occupate dall'esercito; ai prigionieri politici; ai feriti di guerra e ai torturati; alle famiglie delle vittime e degli scomparsi. Dovrebbe poi discutere in modo fermo con le autorità srilankesi dei casi di sacerdoti cattolici uccisi e scomparsi, o che continuano a subire minacce e intimidazioni per il loro servizio e la loro solidarietà agli oppressi. Di recente, ministri del governo, funzionari e operatori dei media hanno lanciato una campagna diffamatoria e intimidatoria contro il vescovo di Mannar; in passato, durante la guerra, i militari hanno attaccato anche le chiese, uccidendo i civili che cercavano rifugio dai combattimenti.
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