Attivista cristiano condannato a tre anni per “sovversione”
Gou Hongguo era accusato di aver incontrato a Taiwan indipendentisti dello Xinjiang, del Tibet e della Mongolia interna. Ha anche partecipato a raduni con operai per dispute di lavoro. Condannato anche l’ex capo dello studio legale Fengrui, Zhou Shifeng.
Tianjin (AsiaNews/Agenzie) – Gou Hongguo, cristiano protestante attivista per i diritti umani, è stato condannato stamane a tre anni di prigione per tentativo di “sovvertire il potere dello Stato”. La condanna è stata sospesa per tre anni.
Secondo l’accusa, Gou – che faceva parte della comunità di Hu Shigen, anch’egli condannato giorni prima – ha partecipato a un incontro di leader interrazziali a Taiwan. Erano presenti sostenitori dell’indipendenza dello Xinjiang, del Tibet e della Mongolia interna. Di per sé, lo stesso procuratore ha riconosciuto che l’incontro voleva attuare una resistenza non violenta e spingere verso un cambiamento sociale e democratico della Cina. Ma ciò significa pensare alla fine della supremazia del Partito comunista, da cui l’accusa di “sovversione”. Gou era anche accusato di essersi associato a proteste legate ai diritti dei lavoratori, che sfidano il governo del Partito comunista.
A nulla sono valse le tesi della difesa, secondo cui Gou era andato a Taiwan senza sapere chi erano gli invitati e al suo ritorno non ha disseminato informazioni sul raduno. Per le proteste, l’avvocato difensore ha fatto notare che il raduno era di 15 persone e che Guo ha avuto un ruolo marginale.
La sentenza di Gou è l’ultima di quattro, avvenute in questa settimana contro avvocati e attivisti per i diritti umani arrestati nel luglio 2015.
Ieri è stato condannato anche Zhou Shifeng, l’ex direttore dello studio legale Fengrui.
La Fengrui impiegava circa 100 avvocati e ha trattato molti casi sensibili: ha rappresentato le vittime dello scandalo del latte alla melammina; ha difeso l’artista Ai Weiwei; l’attivista cieco Chen Guangcheng, ora esule negli Stati Uniti; l’avvocato cristiano Gao Zhisheng; l’accademico uigur Ilham Tohti.
La corte ha stabilito che Zhou ha espresso varie volte commenti online e di persona per “attaccare il sistema socialista, la politica dell’unica nazione e due sistemi [che vige a Hong Kong] e ha incitato a andare contro il potere dello Stato”.
Il suo processo si è concluso con una scena ironica: Zhou si è messo a parlare per 10 minuti, interrotto poi dai giudici. Egli ha chiesto “scusa a tutti i 90 milioni di membri del Partito comunista” e al governo, aggiungendo che “il sistema legale e la democrazia in Cina è tanto più grande di quella dello stato di diritto occidentale e soprattutto molto al di là di quella degli Stati Uniti”.
14/01/2016