19/03/2015, 00.00
PAKISTAN
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Attentati di Lahore, leader religiosi cristiani chiedono perdono per il linciaggio di due musulmani

di Silent Thinker
Gli uomini erano sospettati di essere complici degli attacchi alle due chiese di Youhanabad compiuti dai terroristi talebani il 15 marzo. Leader islamici chiedono ai cristiani di consegnare i responsabili. Un pastore protestante riferisce ad AsiaNews: "I colpevoli devono essere assicurati alla giustizia, ma chi garantirà la loro incolumità?".

Lahore (AsiaNews) - Parlando durante una trasmissione, ieri i leader religiosi cattolici e protestanti hanno chiesto perdono per l'uccisione delle due persone sospettate di aver condotto gli attacchi terroristi, linciate e poi bruciate da un gruppo di cristiani inferociti.

Violente proteste sono scoppiate nelle principali strade di Lahore in seguito agli attentati suicidi che hanno colpito due chiese a Youhanabad, affollate di fedeli per la preghiera domenicale. Gli attacchi hanno causato la morte di 17 persone, di cui 7 musulmani, e il ferimento di oltre 70. La polizia ha arrestato due uomini islamici armati che si trovavano sul posto ma un gruppo di persone ha afferrato i presunti colpevoli, li ha picchiati fino alla morte e ha bruciato i loro corpi di fronte all'ingresso del quartiere.

Due giorni dopo i media hanno identificato uno di loro. Si tratta di Muhammad Naeem, 22 anni, un tagliavetro del luogo. La seconda vittima è il 15enne Babar Nauman, un calzolaio di Sargodha. I suoi parenti lo hanno riconosciuto. Oggi l'unione dei commercianti delle periferie meridionali della città ha deciso di lasciare abbassate le saracinesche dei negozi come segno di protesta contro l'uccisione degli "innocenti" musulmani.

Quasi 1.500 poliziotti sono stati schierati nel quartiere cristiano, dove gli agenti stanno pattugliando le strade sporche e i negozi chiusi. Più di 35 scuole cristiane di Youhanabad riapriranno il 24 marzo.

Padre Emmanuel Yousaf Mani, direttore della Commissione nazionale di Giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa cattolica pakistana, riferisce: "Noi chiediamo perdono per la reazione della comunità cristiana. I predicatori pregano solo per la pace ma noi non siamo esperti in anti-terrorismo". Il sacerdote ha parlato durante una trasmissione organizzata di fronte alla grotta di Maria nella chiesa cattolica di St. John, il cui ingresso è stato danneggiato nell'attacco dei talebani.

Dinanzi a più di 200 cristiani seduti nel recinto della chiesa, vi erano anche l'arcivescovo di Lahore Sebastian Shah, due preti cattolici, due pastori protestanti, due studenti islamici e ufficiali della polizia. Il presule ha assicurato al governo la collaborazione della comunità cristiana.

La reazione dei musulmani

In precedenza il prelato aveva visitato il chief minister del Punjab Muhammad Shehbaz Sharif, accompagnato da una delegazione cristiana. La situazione è rimasta tesa dal momento che alcune famiglie cristiane sono state costrette a trasferirsi presso i parenti a causa della carenza di soluzioni abitative e per paura di ritorsioni.

Rappresentanti dei musulmani hanno criticato il ritardo della reazione della Chiesa e hanno richiesto una pubblica dichiarazione di condanna del linciaggio, chiedendo inoltre che i leader cristiani consegnino i colpevoli. Secondo quanto riferisce Moulana Hafiz Tahir Mehmood Ashrafi, presidente del Pakistan Ulema Council, i cristiani erano le vittime ma sono diventati i tiranni a causa di alcune "sciagurate" persone.

Altri rappresentanti sostengono: "Voi non siete riusciti a portare e a insegnare il messaggio di pace di Cristo. È una vostra responsabilità e dovere morale istituire una commissione per indagare sull'incidente. È facile predicare dal pulpito ma forse i leader religiosi non sono mentalmente preparati a gestire la situazione sul campo".

Youhanabad in crisi

"Il chief minister ci ha assicurato protezione completa, in particolare durante l'omelia del venerdì. Ora è la polizia ad avere la responsabilità di arrestare le persone coinvolte nel linciaggio", afferma p. Mani, il primo ad essere arrivato a Youhanabad e ad aver visto con i propri occhi i corpi dei due morti.

Egli dichiara ad AsiaNews: "Questo gesto [il linciaggio] ha azzerato la nostra posizione negli attacchi alle Chiese. Noi adesso possiamo solo chiedere perdono."

Il pastore Arshad Ashknaz riferisce inoltre di "pressioni per arrestare i cristiani" attuate in seguito agli omicidi. "Noi eravamo presenti all'offesa perpetrata contro la congregazione mentre tutto questo avveniva. Ora le notizie non riportano più l'esplosione ma sono state oscurate da quello che è avvenuto in seguito. Noi condanniamo le uccisioni e non siamo sicuri di come si risolverà la questione", sostiene il pastore, in risposta alle accuse rivolte contro la Chiesa cristiana, la cui porta è ancora macchiata di sangue.

"Io ho 6mila parrocchiani, ma non li conosco tutti. I responsabili devono essere assicurati alla giustizia, ma chi garantirà la loro incolumità?", chiede il pastore ad AsiaNews. "Durante i funerali, ho assicurato ai presenti la protezione da parte del governo, in modo da far riaprire i negozi. Oggi abbiamo riaperto le scuole, ma nessuno è venuto. Le strade che prima erano affollate ora sono deserte".

 

 

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