26/10/2021, 15.03
IRAN
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Attacco hacker ‘anonimo’ blocca le stazioni di benzina in tutto l’Iran

Le modalità ricordano quelle del luglio scorso che avevano interrotto la circolazione ferroviaria. Agli automobilisti che hanno cercato di usare i buoni governativi compariva la scritta: “cyberattack 64411”. Il riferimento è all’ufficio della guida suprema Khamenei. Le immagini delle lunghe code alle stazioni rilanciate in tutto il Paese. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Un attacco hacker al sistema che regola i sussidi per i rifornimenti di carburante, un programma controllato dal governo di Teheran, ha causato il blocco del funzionamento delle stazioni di servizio nel Paese. La tv di Stato iraniana ha diffuso immagini di lunghe file di auto in attesa (invano) di fare il pieno nella capitale e nelle più importanti città; a ogni tentativo, gli utenti si vedono comparire la scritta “cyberattack 64411”, che evoca un episodio analogo avvenuto a luglio ai danni della rete ferroviaria. 

I vertici della Repubblica islamica hanno ammesso l’attacco informatico dopo che nel Paese hanno iniziato a circolare foto e video delle code ai benzinai, poi trasmesse anche dalla televisione. I funzionari del ministero del Petrolio sarebbero impegnati in queste ore in una riunione di emergenza nel tentativo di risolvere il problema. L’agenzia semi-ufficiale Isna aggiunge che quanti hanno cercato di acquistare il carburante con la carta governativa si sono visti comparire un messaggio con scritto “Attacco informatico 64411”, il cui numero appartiene all’ufficio della guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.

L’emergenza carburante innescata dal cyber-attacco si inserisce in un quadro di profonde difficoltà per l’economia iraniana, affossata dalle sanzioni Usa per il programma nucleare di Teheran e dalla crisi innescata dalla pandemia di Covid-19. In una situazione di estrema precarietà la maggior parte dei cittadini si affida ai sussidi per il rifornimento delle auto e l’attacco, che finora non è stato rivendicato, rischia di inasprire le difficoltà e alimentare un clima già diffuso di malcontento. 

Alcuni canali satellitari in lingua farsi hanno diffuso video girati da alcuni automobilisti a Isfahan in cui sui cartelloni elettronici compariva la scritta: “Khamenei! Dov’è la tua benzina?”. Un altro diceva: “Benzina gratis alla stazione di Jamaran”, con un riferimento all’abitazione dell’ex guida suprema, il grande ayatollah Ruhollah Khomeini. 

Lo stesso numero utilizzato oggi era comparso in un attacco a luglio, contro la rete ferroviaria. All’epoca la società di sicurezza informatica israeliana Check Point aveva attribuito il gesto a un gruppo di hacker chiamato Indra, il nome del Dio indù della guerra, già responsabile di attacchi in Siria contro il presidente Bashar al-Assad e istituzioni governative. 

Nel novembre del 2019 in Iran la crisi innescata dal caro carburante aveva portato a vaste proteste di piazza contro il governo dell’allora presidente Hassan Rouhani e la stessa guida suprema, represse con la violenza dalle autorità e dalla polizia. Secondo alcune ong internazionali, le Forze di sicurezza avrebbero aperto il fuoco in maniera deliberata sulla folla, con l’obiettivo di colpire e uccidere usando anche mitragliatrici.  

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