Attacco all’Ucraina: Taškent prende le distanze da Mosca
Il governo uzbeko è per l’indipendenza, la sovranità e l’integralità territoriale ucraina: non riconosce le repubbliche fantoccio del Cremlino nel Donbass. Le sanzioni occidentali contro Putin hanno effetti anche in Uzbekistan. Tanti migranti uzbeki scappano dalla Russia e tornano in patria, seguiti da molti cittadini russi.
Mosca (AsiaNews) – L’Uzbekistan è l’unico Paese dell’Asia centrale ad aver condannato l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Con un intervento molto esplicito all’assemblea plenaria del Senato nazionale (Olij Mažlis), il ministro uzbeko degli Esteri Abdulaziz Kamilov ha affermato che la posizione del governo è “per una cessazione immediata delle ostilità e delle violenze, e la ricerca di una soluzione pacifica attraverso le vie politico-diplomatiche”.
Kamilov ha ricordato che “l’Uzbekistan mantiene storicamente relazioni a tutto campo sia con la Russia sia con l’Ucraina”, che si intendono mantenere anche in futuro a partire dagli interessi nazionali. La Federazione russa è il principale partner economico del Paese, con cui si condividono dimensioni strategiche e di ampia collaborazione, pur non essendo l’Uzbekistan un membro della Csto, il raggruppamento militare formato da Russia e alcune repubbliche ex sovietiche. Anche la cooperazione con l’Ucraina è importante per gli uzbeki, a livello commerciale, culturale, formativo e nella sfera agricola, come ha sottolineato Kamilov.
L’Uzbekistan intende continuare a offrire aiuti umanitari all’Ucraina, “di cui riconosciamo l’indipendenza, la sovranità e l’integralità territoriale, e non riconosciamo Lugansk e Donetsk come repubbliche popolari”, ha precisato il ministro. L’ambasciatore dell’Ucraina a Taškent, Mikola Dorošenko, ha espresso i ringraziamenti di Kiev per il sostegno uzbeko.
L’Uzbekistan non ha intenzione “di entrare in alcun blocco politico-militare, in accordo con la nostra concezione di politica estera, e i nostri militari non saranno coinvolti in conflitti al di fuori dei nostri confini, come afferma la legge approvata dal nostro Parlamento”, spiega Kamilov.
Il ministro uzbeko ha anche osservato che le sanzioni occidentali contro la Russia producono pesanti conseguenze anche per l’Uzbekistan, e sarà necessario “impegnarsi per compensare questi effetti negativi”. Come ha comunicato il presidente della Banca centrale uzbeka Mamarizo Nurmuratov, a marzo si è molto ridotto il volume dei trasferimenti di denaro dalla Russia: il crollo del rublo e la grande incertezza sul futuro portano i tanti migranti uzbeki in Russia a trattenere i soldi per non disperderli. Si prevede una modifica degli standard bancari uzbeki rispetto alle valute straniere. Nel 2021 i migranti hanno versato in Uzbekistan oltre 8 miliardi di dollari in rimesse, che quest’anno dovrebbero ridursi di oltre il 20%.
Crescono moltissimo anche i costi degli immobili, e gli affitti a Taškent stanno diventando proibitivi, anche qui come conseguenza della svalutazione del rublo, oltre che del biennio pandemico. Molti migranti fuggono dalla Russia per non essere coinvolti nel conflitto ucraino, ma faticano a reinserirsi in Uzbekistan, a livello lavorativo come abitativo. Insieme a essi arrivano nel Paese anche molti russi che lasciano la loro patria per il disagio creato dalla guerra, bollati dallo stesso Putin come “traditori irrecuperabili”. Molti di essi sono specialisti informatici, tanto che il ministero uzbeko degli Interni ha approntato uno speciale visto d’ingresso chiamato “IT-Viza” espressamente per loro, confidando in un significativo contributo alla modernizzazione dell’economia e della società in Uzbekistan.
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