Astana cerca sostegno a Teheran
Il Kazakistan vuole rompere l’isolamento internazionale della Repubblica islamica. È la politica “multipolare” del presidente Tokaev: un’assicurazione contro le mire della Russia verso il suo Paese. Il governo kazako determinato sulla strada delle riforme interne.
Mosca (AsiaNews) – Nei prossimi giorni si terrà ad Astana la 18ma sessione della Commissione intergovernativa per la collaborazione economica tra Iran e Kazakistan, come ha comunicato l’agenzia ufficiale iraniana Isna. Vengono riportate le parole del vice ministro degli Esteri di Teheran, Mahdi Safari, delegato per la diplomazia economica, secondo cui una delegazione di alto livello della Repubblica islamica si recherà in terra kazaka.
Secondo Safari “saranno valutate questioni cruciali che riguardano la cooperazione tra i due Stati in vari ambiti, compreso quello bancario, dei trasporti e del transito delle merci, l’agricoltura e i piani di sviluppo del commercio, l’energetica e la reciprocità degli hub per ogni esigenza”. Si prevede la sottoscrizione di diversi documenti bilaterali.
I canali ufficiali del ministero degli Esteri del Kazakistan non contengono ancora informazioni sull’incontro previsto con la controparte iraniana. La precedente riunione della Commissione si era svolta a febbraio 2022 a Teheran.
L’Iran si trova ormai da molti anni in regime di sanzioni internazionali, che tra le altre cose proibiscono di esportare sul proprio territorio qualunque tipo di tecnologia che possa essere usata in campo militare o nel settore petrolifero, oltre a quello nucleare. Lo scorso autunno sono iniziate le proteste antigovernative, soprattutto da parte delle donne che si rifiutano di portare il velo, represse con inaudita violenza. Si parla di oltre 500 persone uccise, e migliaia di arresti.
Il potere a Teheran è in mano alla fazione più conservatrice, dopo che alle elezioni del 2021 Ibrahim Raisi ha sostituito il rappresentante dell’ala moderata, Hasan Rouhani, al potere da otto anni. Raisi, già a capo del sistema giudiziario iraniano, aveva preso parte a repressioni delle proteste in passato, ed è colpito da sanzioni personali da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, per violazione dei diritti umani.
A giugno il presidente kazako Kasym-Žomart Tokaev aveva compiuto la sua prima visita ufficiale dando a intendere di voler contribuire a rompere l’isolamento internazionale dell’Iran. Poco dopo la sua missione a Teheran, il Kazakistan ha introdotto la regola dell’ingresso libero senza visti per due settimane per i cittadini di India, Cina e Iran.
Il 7 novembre scorso, il portavoce del ministero degli Esteri di Astana, Ajbek Smadjarov, aveva comunicato durante un briefing che anche Teheran, “allo scopo di sviluppare e rafforzare le relazioni tra i nostri due Paesi”, aveva introdotto il regime di ingresso senza visto per i cittadini del Kazakistan, che possono quindi rimanere liberamente sul territorio iraniano tra 14 e 42 giorni, entro un periodo di 180 giorni.
La politica “multipolare” del Kazakistan conferma quindi di voler compensare ogni apertura in una direzione, con altre in senso opposto, dall’Ue alla Turchia, dagli Usa alla Russia e all’Iran, anche per allontanare lo spauracchio della “federalizzazione” del Paese da parte della Russia, un progetto di Mosca su cui continuano a rincorrersi le voci sulla stampa locale e internazionale.
Insieme alle aperture in politica estera, la presidenza Tokaev intende mostrarsi determinata sulla strada delle riforme interne. È stato annunciato lo scioglimento del Parlamento in vista delle prossime elezioni politiche; i deputati stanno già facendo le valigie, e diversi gruppi cercano di ottenere le necessarie qualifiche per presentarsi alle elezioni, sperando di ottenere più spazio rispetto alle recenti presidenziali, monopolizzate di fatto dal presidente uscente.
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