06/03/2018, 08.48
SIRIA
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Astana, nuovo round di colloqui per fermare l’escalation dei combattimenti in Siria

Il prossimo 16 marzo si riuniranno i ministri degli Esteri di Ankara, Teheran e Mosca. Assenti i rappresentanti delle parti coinvolte del conflitto. Parteciperà come osservatore l’inviato speciale Onu. L’obiettivo è trovare le “misure necessarie” per garantire una tregua nel conflitto. Usa: l’offensiva turca su Afrin ha indebolito la lotta all’Isis. 

 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il prossimo 16 marzo ad Astana, capitale del Kazakistan, è in programma un nuovo round di colloqui fra rappresentanti di Russia, Iran e Turchia, per cercare di rilanciare il processo di pace in Siria. La diplomazia kazaka precisa che questa volta, a differenza degli incontri del passato, non saranno presenti “osservatori” del governo di Damasco e delle opposizioni coinvolte nella guerra. 

L’incontro, a livello di ministri degli Esteri, vedrà però la presenza dell’inviato speciale per la Siria Staffan de Mistura. L’appuntamento si inserisce in un contesto di rinnovata tensione nel Paese arabo, dove sono divampati di recente nuovi focolai di tensione: l’attenzione della diplomazia internazionale è concentrata soprattutto sulle operazioni dell’esercito governativo su Ghouta est, enclave ribelle alla periferia di Damasco e ad Afrin, nel nord, dove la Turchia ha lanciato una offensiva contro le milizie curde Ypg (Unità di Protezione Popolare). 

A fine febbraio l’Unione europea aveva lanciato un appello a Mosca, Teheran e Ankara perché prendano “tutte le misure necessarie per fare in modo che si fermino i combattimenti”. 

In passato gli incontri di Astana, durante i quali per la prima volta si sono seduti allo stesso tavolo leader di Damasco e fronte dei ribelli, si sono rivelati più decisivi degli sforzi diplomatici promossi dalle Nazioni Unite a Ginevra (Svizzera). In uno di questi incontri, nel maggio dello scorso anno, si è giunti alla creazione di zone di “de-escalation” del conflitto che prevedevano il cessate il fuoco, il divieto di sorvolo dell’area, il rifornimento immediato di aiuti umanitari e il ritorno dei rifugiati.

Questo nuovo round di incontri, come i precedenti, è patrocinato da Russia e Iran vicini al governo di Damasco e dalla Turchia, principale sostenitore dell’opposizione siriana. I rappresentanti dei tre governi discuteranno “delle azioni congiunte” da prendere nell’immediato futuro e analizzeranno “i risultati” di questo primo anno di “collaborazione”. 

Intanto gli Stati Uniti ammettono che le operazioni contro le milizie jihadiste dello Stato islamico (SI, ex Isis) in Siria hanno subito una brusca interruzione. Le milizie curde, parte dell’alleanza che combatte i jihadisti, hanno dovuto ripiegare verso Afrin per respingere l’assalto turco, favorendo di fatto la riorganizzazione dei combattenti del Califfato.

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