Associazioni indiane: il 25 agosto ricordiamo le vittime cristiane del Kandhamal
Il National Solidarity Forum comprende oltre 70 organizzazioni ed è nato all’indomani dei pogrom contro i cristiani del 2008. Osservare il “Kandhamal Day” per non dimenticare le vittime e dare loro giustizia. “Le vostre azioni di solidarietà saranno di ispirazione per coloro che lottano”. Le richieste del Forum.
New Delhi (AsiaNews) – Il National Solidarity Forum [piattaforma della società civile indiana nata all’indomani dei violenti pogrom contro i cristiani dell’Orissa del 2008, ndr] invita tutti gli indiani ad osservare il “Kandhamal Day”. L’evento si svolgerà il prossimo 25 agosto, per non dimenticare i massacri compiuti dagli estremisti indù contro i cristiani. Nella dichiarazione si afferma: “Sono già passati 70 anni dall’indipendenza. È giunto il tempo di riflettere su cosa vuol dire popolo dell’India – dalit, adivasi, minoranze e altri settori emarginati. Abbiamo davvero la forza morale di sopportare un altro massacro del Kandhamal in India? Per tutti noi è davvero importante ricordare e osservare il Kandhamal Day il 25 agosto, e sostenere le richieste delle vittime e dei sopravvissuti che lottano per ottenere giustizia [nel distretto di] Kandhamal”.
Nel 2008, circa una decina di giorni dopo la festa dell’indipendenza [che in India si celebra il 15 agosto, ndr], il Paese è stato testimone della più grande violenza settaria contro i cristiani del Kandhamal, nell’Orissa. Nella dichiarazione della piattaforma di Ong si legge: “Questo è il nono anniversario delle violenze anti-cristiane. Il 25 agosto osserviamo il Khandamal Day per portare nel Paese armonia tra le comunità, pace e giustizia. Più di 395 chiese e luoghi di culto appartenenti ai cristiani adivasi e dalit sono stati distrutti; circa 6.500 case rase al suolo; più di 100 persone uccise; oltre 40 donne stuprate, molestate e umiliate; diverse strutture educative, sociali e sanitarie distrutte e saccheggiate. I pogrom hanno costretto 56mila persone ad abbandonare le proprie case. Sono poi avvenuti diversi episodi di conversioni forzate all’induismo da parte del Sangh Parivar [famiglia delle organizzazioni nazionaliste indù – ndr]. Questo attacco settario pianificato, il più devastante nella storia della comunità cristiana negli ultimi tre secoli, si è esteso in diverse parti dell’Orissa, così come in altri Stati. I risarcimenti erogati dal governo alle vittime e ai sopravvissuti sono stati minimi”.
Durante gli attacchi del Kandhamal ci sono stati più di 3.300 reclami, ma solo 820 sono stati registrati come vere e proprie denunce. Il resto, non è stato accolto. Tra le denunce, solo 518 contenevano i dati degli accusati. I restanti casi sono stati trattati come false dichiarazioni. Su 518 casi, 247 sono stati archiviati. I restanti sono pendenti di fronte ai tribunali. Tra i casi archiviati, molti hanno già avuto l’assoluzione. Secondo uno studio condotto da Vrinda Grover, avvocato della Corte suprema, e da Saumya Uma, professore di giurisprudenza, il tasso di condanna si aggira al 5,13% tra quei casi che contengono i nomi degli imputati. Se si prendono i reclami come parametro di giudizio per i procedimenti processuali, essi sono appena l’1%.
Oggi nessuno dei criminali responsabili delle distruzioni si trova in carcere. Assassini, stupratori, saccheggiatori e distruttori restano impuniti. Allo stesso tempo sette persone innocenti sono in carcere con accuse costruite. È davvero importante che una India libera si svegli in sostegno della richiesta di punire i colpevoli e liberare gli innocenti.
Il prossimo 26 agosto più di 10mila persone si raduneranno con marce e incontri pubblici a G. Udayagiri, nel distretto di Kandhamal, a partire dalle 10 del mattino fino alle 4 del pomeriggio. Persone da tutto il Paese parteciperanno all’incontro. Interverranno personalità di rilievo, come Prafulla Samantara, vincitore del Goldman Environmental Prize (noto come Premio Nobel per l’ambiente), il prof. Bijay Bahidar, il poeta Amiya Pandav, e Nakul Nayak, ex deputato statale che ha alzato la voce per i sopravvissuti prima e dopo le persecuzioni.
Le richieste delle vittime e dei sopravvissuti sono le seguenti:
1. Rendere effettiva la sentenza della Corte suprema del 2 agosto 2016 [che accorda maggiori risarcimenti alle vittime cristiane, ndr].
2. Aumentare fino a 1,5 milioni di rupie [quasi 19.900 euro, ndr] i risarcimenti per i defunti, in linea con i casi di violenza di Muzzaffanagar. Inserire nelle liste dei risarcimenti spettanti ai deceduti anche coloro che ancora non sono stati iscritti e accordare loro il sistema di giustizia.
3. Riaprire i 315 casi assolti.
4. Inserire nella lista degli imputati gli attori statali e non coinvolti nelle violenze settarie; istituire un’inchiesta speciale per i funzionari di polizia e dell’amministrazione, per coloro che sono legati ai gruppi settari.
5. Annunciare uno speciale stanziamento fino a 500mila rupie [6.600 euro, ndr] per riparare e ricostruire le case, così come suggerito da uno studio di Miloon Kothari, ex inviato speciale dell’Onu, dare compensazioni a coloro che hanno perso gli esercizi commerciali. Inserire chi non è stato ancora compreso negli atti delle commissioni per rapidi pacchetti risarcitori.
6. Creare subito la Commissione per le minoranze dell’Orissa.
7. Facilitare aiuti e borse di studio per le minoranze e sanzionare i funzionari responsabili di qualsiasi errore o ritardo nell’applicazione.
8. Assicurare la presenza delle minoranze in importanti apparati amministrativi per evitare che vengano adottate decisioni di parte e [favorire invece] processi decisionali armoniosi e partecipativi.
9. Rottamare la legge anti-conversione dell’Orissa e il paragrafo 3 dell’Ordine presidenziale del 1950 [che esclude i dalit cristiani dalle facilitazioni riservate alle caste svantaggiate nel settore dell’istruzione e dei posti pubblici, ndr], per rendere neutrale la religione e scollegarla dalle azioni affermative.
10. Formare un’interfaccia tra cittadini, comunità e amministrazione per combattere in modo effettivo le forze settarie.
Per questa occasione il National Solidarity Forum, network di oltre 70 organizzazioni in India, lancia un appello affinchè tutti osservino il Kandhamal Day il 25 agosto e sostengano le vittime e i sopravvissuti di Kandhamal. Il Forum aggiunge: “Le vostre azioni di solidarietà saranno di ispirazione per coloro che lottano per la giustizia. Inoltre saranno un potente passo in avanti per proteggere la Costituzione indiana, sostenere la pace, la giustizia e l’armonia in questa India libera.
31/01/2019 12:42