Assegnati a Manila i premi Magsaysay, i ‘Nobel dell’Asia’
Un musicista filippino, due giornalisti (birmano e indiano) e due attivisti (thai e sudcoreano) hanno saputo contribuire “con coraggio e creatività” allo sviluppo umano nel continente. La premiazione avrà luogo il prossimo 9 settembre.
Manila (AsiaNews/Agenzie) – I vincitori del premio Ramon Magsaysay 2019 sono un musicista filippino, un giornalista birmano ed un collega indiano, un’attivista thai per i diritti umani, ed il padre di un giovane sudcoreano morto suicida. Tre giorni fa, la Fondazione intitolata all’ex presidente filippino ha deciso di conferire loro la 61ma edizione del riconoscimento – noto come il Nobel dell’Asia – perché hanno saputo contribuire “con coraggio e creatività” allo sviluppo umano nel continente. La cerimonia di premiazione avrà luogo il prossimo 9 settembre, presso il Centro culturale filippino di Manila.
L’unico filippino tra i vincitori è Raymundo Pujante Cayabyab, 65enne compositore e direttore d’orchestra. Iniziata verso la fine degli anni Settanta, la sua produzione musicale ispira diverse generazioni di concittadini. La Fondazione premia l’artista poiché egli ha saputo mostrare “che la musica può davvero infondere orgoglio e gioia, unificare le persone nonostante le molte barriere che le dividono”.
Ko Swe Win, 41 anni, è il redattore capo di Myanmar Now. Nel 2017, il giornalista ha criticato l’influente monaco buddista ultranazionalista Wirathu, per aver pronunciato “discorsi di odio” e lodato in pubblico l'assassino di un attivista musulmano per i diritti umani. Ko Swe Win si distingue per “il suo impegno imperterrito nella pratica del giornalismo indipendente, etico e socialmente impegnato in Myanmar”.
Ravish Kumar è un 44enne presentatore, giornalista e figura di spicco dei media indiani. La Fondazione riconosce “il suo costante impegno nei confronti di un giornalismo professionale ed etico di altissimo livello; il suo coraggio morale nel difendere la verità, l'integrità e l'indipendenza; e la sua convinzione che è nel dare voce piena e rispettosa ai senza voce, nel dire la verità al potere con coraggio e al tempo stesso con serietà, che il giornalismo realizza i suoi più nobili obiettivi per far progredire la democrazia”.
Nel 2006, Angkhana Neelapaijit (63 anni) istituisce la Justice for Peace Foundation (Jpf), una rete di attivisti per la pace ed i diritti umani. La Jpf ha svolto un importante lavoro di documentazione nel sud della Thailandia, dov’è concentrata la minoranza islamica della popolazione. Dal 2004, gruppi armati musulmani di etnia malese hanno dato vita ad un’insurrezione in cui sono morte quasi 7mila persone, per lo più civili. Nel 2015, Neelapaijit entra nella Commissione nazionale per i diritti umani (Nhrct). L’attivista riceve il premio per “il suo incrollabile coraggio nel cercare giustizia per suo marito e molte altre vittime di violenza e conflitti nel sud della Thailandia”.
In seguito alla tragica morte del figlio, nel 1995 il manager di successo Kim Jong-ki lancia la Fondazione per la prevenzione della violenza giovanile (Fpyv). Questo è il primo sforzo organizzato in Corea del Sud per affrontare la violenza nelle scuole come problema sociale sistemico che colpisce studenti, famiglie, scuole e comunità. La Fondazione Ramon Magsaysay premia Kim per il suo “discreto coraggio nel trasformare il lutto privato in una missione per proteggere i giovani coreani dal flagello del bullismo e della violenza”.