Asia, le economie più ricche e il maggior numero di poveri
Il presidente dell’Asian Development Bank, lancia l’allarme e avverte i governi: la crescita economica non è la soluzione, si deve investire in sanità ed istruzione.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – E’ sempre più profondo il divario economico fra ricchi e poveri in Asia, e la crescita strabiliante di alcune economie del continente non è la risposta al problema.
L’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Asian Development Bank, Haruiko Kuroda, nel corso di una conferenza in Vietnam che ha riunito alcuni fra i più importanti donatori del mondo, insieme per studiare il modo di distribuire al meglio la ricchezza e gli aiuti umanitari alle popolazioni asiatiche.
Il processo - noto come “Gestire i capitali per ottenere sviluppo” – cerca di trovare la soluzione ottimale per far giungere le donazioni a chi ne ha veramente bisogno, evitando corruzione, appropriazione indebita e sprechi.
Secondo Kuroda, “Cina ed India, in particolare, vivono situazioni di sempre più grave disavanzo economico. L’Asia ospita alcune delle più vivaci economie mondiali, e questo fattore ha allontanato dalla povertà milioni di persone”.
Tuttavia, “i benefici di questa crescita non sono stati distribuiti in modo equanime. Mentre molti avanzano nella società, moltissimi vengono lasciati indietro”.
L’economista spiega infatti che “la crescita in sé non è una soluzione ai problemi del continente. Queste economie che corrono così in fretta mostrano che, anche se si è ridotta la povertà assoluta, si è intensificato il divario fra ricchi e poveri. Negli anni a venire, chi è responsabile di queste economie dovrà tenere a mente la questione”.
Kuroda si è poi appellato ai governi: “Spendete più soldi per l’assistenza sanitaria e l’istruzione, perché questa è la chiave per risolvere il problema”.
Secondo i dati della Banca mondiale, in Asia vivono i 2/3 dei poveri di tutto il mondo. Solo nella parte orientale del continente vi sono 585 milioni di persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno. Di questi, 375 milioni sono cinesi, 100 indonesiani, 40 vietnamiti, 35 filippini ed i rimanenti sparsi per il resto della zona.
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