Ashgabat, al via i Giochi asiatici Indoor e di Arti marziali
Ieri la cerimonia d’apertura. Si terranno fino al 27 settembre. Partecipano 65 delegazioni, e 4.500 atleti. Gli sportivi competeranno in 21 discipline. Il Turkmenistan vuole rilanciare la propria immagine. Spesi miliardi di dollari per le nuove strutture. Le critiche degli attivisti per i diritti umani: restrizioni ai cittadini e case demolite per “standardizzare” la città.
Ashgabat (AsiaNews/Agenzie) – Si è tenuta ieri ad Asghabat la cerimonia di inaugurazione che dà il via alla quinta edizione degli Giochi asiatici Indoor e di Arti marziali (Aimag). All’evento hanno partecipato diverse figure istituzionali asiatiche, fra cui i presidenti di Afghanistan, Armenia, Kazakhstan, Pakistan, Tajikistan e Uzbekistan. Per l’ex-repubblica sovietica e il suo attuale presidente Gurbanguly Berdimuhamedov, i Giochi sono un’occasione per dare lustro e rilanciare il Turkmenistan come storia di successo e centro sportivo.
Sono 65 le delegazioni che competeranno in 21 discipline sportive fra il 17 e il 27 settembre, per un totale di circa 4.500 atleti e 347 medaglie. Il più giovane di essi è Jahan Ara Nabi, nuotatore di 13 anni del Pakistan.
La programmazione delle competizioni si è ispirata ad una varietà di sport tradizionali asiatici, fra cui jujitsu e taekwondo. Si attende la partecipazione di decine di migliaia di spettatori dall’estero, un numero insolito per il Paese, in genere restio ad accettare visitatori stranieri.
Con alcune gare iniziate il 16 settembre, il Turkmenistan si classifica primo nel medagliere con già 41 medaglie vinte (16 oro, 15 argento e 10 bronzo), contro le 24 dell’Uzbekistan e le 7 della Thailandia.
Huais al-Musallam, direttore generale del Consiglio olimpionico dell’Asia, ha dichiarato che “lo sport promuove la pace e unisce i popoli”, ricordando le numerose “sfide politiche” del continente e augurando ai “bambini asiatici e tutti gli altri” di vivere queste giornate nel segno della coesistenza e del dialogo.
Il governo turkmeno ha speso miliardi di dollari per preparare i Giochi – il più grande evento nel Paese da quando è indipendente. Fra gli investimenti, la costruzione di un aeroporto mastodontico a forma di falco in volo (2,3 mld), di un complesso olimpionico di 150 ettari (5 mld), di numerose strutture sportive all’avanguardia e di un sistema a monorotaia circolare lungo cinque chilometri per trasportare atleti, rappresentanti e tifosi all’interno del complesso.
Ufficiali turkmeni annunciano di essere intenzionati a candidare il Paese come ospite per altri maggiori eventi sportivi, inclusi i Giochi olimpici.
Intanto, Ashgabat è stata criticata dagli attivisti per i diritti umani sia per le misure restrittive imposte ai residenti di Ashgabat che per le “massicce violazioni al diritto all’abitazione”. Il 4 settembre, la Turkmen Initiative for Human Rights (Tihr) e Human Rights Watch (Hrw) hanno denunciato lo sfratto di migliaia di persone dalle proprie case, poi demolite, “senza adeguata compensazione”. Secondo le Ong, il piano era di “standardizzare l’immagine della città”.
Radio Free Europe riporta che il governo turkmeno ha vietato la vendita di alcol nella capitale, ristretto il movimento dei residenti delle provincie, ordinato a ex-detenuti di tenersi lontano dalle vie dei Giochi, e cercato di “ripulire” la città da bambini mendicanti e da cani e gatti randagi.
Asghabat era già stata accusata di “spremere” e “reprimere” i propri cittadini in vista dei Giochi.
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