Asean: stallo della diplomazia sulla crisi in Myanmar
Ieri l'incontro dei ministri degli Esteri dell'organizzazione regionale non ha dato risultati. La Cina definisce il generale Min Aung Hlaing “leader del Myanmar”. Aung San Suu Kyi resta detenuta e chiede sostegno per ottenere cibo e medicinali.
Yangon (AsiaNews) - Si è tenuto ieri nella città cinese di Chongqing l’incontro tra i 10 ministri degli Esteri dell’Asean (Associazione dei Paesi del sud-est asiatico) e la controparte di Pechino Wang Yi. Tra gli argomenti discussi anche la crisi in Myanmar. Al meeting ha partecipato anche il ministro degli Esteri birmano U Wunna Maung Lwin, in rappresentanza della giunta militare che dal primo febbraio ha preso il potere dopo aver arrestato la leader democratica Aung Sang Suu Kyi. Quest’ultima è ancora detenuta e il processo nei suoi confronti dovrebbe iniziare il 14 giugno, secondo quanto dichiarato ieri dal suo avvocato.
Durante l’incontro, i leader dell’Asean hanno insistito sulla necessità di attuare il piano in cinque punti stilato a fine aprile dagli stessi Paesi asiatici per ridurre la violenza in Myanmar.
Il ministro degli Esteri di Singapore Vivian Balakrishnan si è detto “deluso” per i “progressi molto molto lenti” nell’applicazione del piano. “Purtroppo sappiamo che ci sono ancora civili feriti o uccisi. Non c'è stato alcun rilascio di detenuti politici e non c'è stato alcun segno reale di dialogo politico significativo o di negoziazione”, ha dichiarato il diplomatico a Channel News Asia. Ha poi precisato che l'Asean non ha intenzione di interferire negli affari interni del Myanmar perché “alla fine, solo il popolo del Myanmar può determinare il proprio futuro”.
Dopo l’incontro il ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi ha dichiarato di aver coinvolto il ministro degli Esteri cinese sulla questione e ha aggiunto che il sostegno della Cina “sarà molto apprezzato”.
Da parte della Cina non ci sono stati commenti immediati, ma in un post su Facebook l’ambasciata di Pechino in Myanmar ha scritto che il nuovo governo birmano è “disposto a lavorare insieme all'Asean per salvaguardare la stabilità interna del Myanmar” e attuare il piano in cinque punti. Il governo cinese è stato criticato dagli oppositori della giunta militare per aver definito il generale Min Aung Hlaing “leader del Myanmar”. Il suo governo non è infatti riconosciuto in modo ufficiale dall’Asean o da alcun singolo Paese.
Sempre ieri si è tenuta una nuova udienza del processo contro Aung San Suu Kyi, durante la quale l’ex leader è riuscita a parlare per la seconda volta con il proprio team legale, dopo un primo incontro il 24 maggio. Secondo quanto scrive il giornale locale The Irrawaddy, Suu Kyi avrebbe chiesto ai propri legali sostegno per ottenere cibo e medicine per lei e altri otto detenuti.
Il tribunale ha disposto che cinque dei sei capi d'accusa contro Suu Kyi siano giudicati entro 180 giorni a partire dalla data di deposito di ogni caso. Secondo quanto dichiarato da uno degli avvocati della leader della Lega nazionale per la democrazia, il tribunale ascolterà le testimonianze dell’accusa fino al 28 giugno, per poi passare alla difesa. La corte con ogni probabilità emetterà una sentenza entro metà agosto.
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