Arriva anche in Cina il "nido della cicogna", per salvare i neonati abbandonati
Shenzhen (AsiaNews) - Per cercare di salvare da morte certa i neonati non voluti, anche il governo della Cina continentale ha deciso di lanciare sul proprio territorio i "nidi della cicogna", piccole strutture nei pressi dei maggiori ospedali, dove deporre i figli indesiderati salvandoli così da destini molto più crudeli. Dopo Xian, capitale della provincia nordoccidentale dello Shaanxi dove il "nido" ha aperto la settimana scorsa (v. foto), la metropoli meridionale di Shenzhen ha deciso ieri di lanciare il servizio, che sarà operativo dal 2014. Altre città si stanno preparando per attuare progetti simili, già presenti nei vicini Giappone e Corea del Sud.
Il "nido" di Shenzhen sarà aperto nei pressi del Welfare Centre, che dal 1992 si è preso cura di circa 3.500 bambini abbandonati. Solo nel 2013, circa 90 neonati sono stati abbandonati nella città, che ospita un'enorme comunità di lavoratori migranti spesso incapaci di mantenere anche un figlio piccolo. Il rifugio sarà attrezzato con incubatrice, ventole ed equipaggiamento per il primo soccorso: niente telecamere per garantire la privacy dei genitori, che potranno suonare un apposito allarme sapendo di avere a disposizione 10 minuti prima dell'arrivo degli operatori.
La decisione ha scatenato diverse polemiche nel Paese, soggetto da decenni alla famigerata legge sul figlio unico. Nonostante le annunciate riforme dell'ultimo Plenum - che sembrano indirizzate ad aprire alle coppie la possibilità di avere un secondo figlio - fino a oggi il tasso di natalità in Cina ha continuato a calare in maniera inesorabile. Ed è cronaca quotidiana l'abbandono o l'uccisione di neonati non voluti oppure nati fuori dalla legge e quindi impossibili da mantenere. Secondo il 35% degli intervistati dal sito sznews.com, i nidi "faranno aumentare il numero di bambini abbandonati".
David Xiao, giornalista proprio di Shenzhen che ha intervistato donne costrette ad abbandonare (o persino uccidere) i propri figli, la pensa in maniera opposta: "I bambini saranno scaricati sia che ci sia un posto sicuro per loro, sia che questo posto non ci sia. Il programma mi pare ottimo perché dà una seconda opportunità a queste persone e ai loro bimbi". La sua esperienza "sul campo" lo ha cambiato: "Non posso dimenticare i bambini abbandonati che ho visto, vivi o morti. Sembrano tutti dei gattini, abbandonati come spazzatura. Le madri sono spesso migranti, senza istruzione e senza soldi. Partoriscono i figli in un bagno pubblico e poi li lasciano lì, oppure li strangolano".
Secondo un sondaggio del Dipartimento per la pianificazione familiare del Guangdong, circa la metà delle migranti che lavorano nella provincia meridionale fanno sesso prematrimoniale. Di questa percentuale, almeno la metà - quindi il 25% del totale - rimane incinta almeno una volta. Secondo il diritto cinese, avere un figlio fuori dal matrimonio è un crimine penale che può portare a una sanzione amministrativa o persino all'imprigionamento. Nel distretto Baoan di Shenzhen, almeno 10 donne non sposate (fra i 16 e i 23 anni) sono state accusate nel 2009 di omicidio di neonati.
La pratica dei "nidi di cicogna" non è nuova in Asia orientale. Accompagnata sempre da forti polemiche sociali, essa è oramai ben stabilita anche in Giappone e in Corea del Sud. Nel primo caso, a gestire la culla è l'ospedale cattolico Jikei, nella città di Kumamoto a Kyushu; nel secondo, per ora ci sono i protestanti della chiesa Jusarang a Seoul.
Fonti cattoliche di AsiaNews che lavorano in Cina proprio con i neonati abbandonati spiegano: "È un'iniziativa buona: anche in Europa, nel Medioevo, la Chiesa accoglieva i bimbi esposti. Oggi ci sono diversi casi in cui i cattolici cinesi di tante zone - soprattutto le suore, ma anche i laici -raccolgono i bambini abbandonati, in genere handicappati. C'è assistenza, cura per questi bambini che vivono sotto costante minaccia. Insomma, piccoli nuclei esistono già. I casi di Xian e Shenzhen sono benvenuti, perché potrebbe anche far diminuire gli aborti. Ma c'è sempre il pericolo dei funzionari locali, capire cosa faranno con i fondi destinati a questi progetti. Speriamo che li usino al meglio".