16/12/2024, 18.06
CINA
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Arrestato un imam, risale la tensione tra Pechino e i musulmani dello Yunnan

Fermato da decine di agenti in borghese metre si trovava in un ristorante, da due giorni la comunità islamica locale protesta davanti al municipio. La provincia dove gli Hui sono maggioranza è da tempo una delle più calde per le politiche di "sinicizzazione" imposte dalle autorità.  

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L’arresto di un imam nella città di Yuxi ha fatto nuovamente salire la tensione tra le autorità di Pechino e la locale comunità musulmana nella provincia sud-occidentale dello Yunnan. Il 15 dicembre a mezzogiorno un ristorante nel distretto di Hongta è stato circondato da una grande quantità di poliziotti in abiti civili. Ma Yuwei, un imam che stava pranzando, è stato arrestato con la forza da circa 60 agenti. Alcuni testimoni oculari hanno dichiarato al canale in lingua cinese di Radio Free Asia che i dipendenti del ristorante e i clienti hanno chiesto alla polizia di mostrare un mandato legale, ma la risposta della polizia sarebbe stata: “Collaborate all'indagine”.

Alcuni video condivisi sui social network mostrano diversi agenti che portare via l'imam Ma Yuwei; altre immagini mostrano molti musulmani in preghiera davanti al municipio, chiedendo il suo rilascio. La manifestazione sarebbe andata avanti anche oggi, con la polizia che avrebbe inviato grandi quantità di forze militari e di sicurezza da Kunming e dalla parte sud di Yuxi, bloccando l'intera zona della protesta.

Ma Yuwei è l'imam della moschea di Daying a Yuxi ed è molto rispettato dalla comunità. Negli ultimi anni, con il rafforzamento del controllo governativo sulle attività religiose, è stato più volte sorvegliato e minacciato. Sarebbe addirittura rimasto per sei mesi con la sua famiglia all'interno della moschea proprio per evitare le forze di sicurezza. L’arresto sarebbe legato alla classificazione della moschea di Daying come “luogo di attività religiosa illegale”.

Già l’anno scorso lo Yunnan – dove l’etnia Hui musulmana è maggioranza – era stato teatro di duri scontri tra i fedeli e la polizia per la vicenda della moschea di Najiaying, nella contea di Tonghai, nella cui ristrutturazione le autorità avevano imposto l’abbattimento della cupola in stile arabo per adottare uno stile “sinicizzato”, secondo il dettame nazionalista imposto alle religioni dal presidente Xi Jinping. La trasformazione non è solo architettonica: intorno alle moschee dello Yunnan si sono registrate anche pressioni e imposizioni dalle autorità finalizzate a un cambiamento organizzativo e gestionale dei luoghi di culto. “Ora – denunciava già allora una fonte locale a Radio Free Asia - non ci sono più elezioni democratiche, ma nomine fatte direttamente dall’ufficio governativo per gli Affari religiosi e dal Dipartimento del lavoro del Fronte unito” che, sotto la guida del partito, ha il compito di “correggere” la rotta di organizzazioni e gruppi esterni per seguire la linea ufficiale.

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