Arrestato l’imprenditore Jimmy Lai; raid nel suo giornale ‘Apple Daily’
Il Partito cercava di fermarlo da anni. Global Times: Ha offeso per anni le autorità di Hong Kong e della madrepatria. Grazie alla legge sulla sicurezza, insieme a Lai, sono stati arrestati altre sei persone, fra cui Ian, il figlio del magnate. Vacilla la libertà di stampa ad Hong Kong.
Hong Kong (AsiaNews) – L’imprenditore Jimmy Lai, uno fra i più versatili ma anche fra i più critici del regime cinese, è stato arrestato stamattina nella sua casa ad Ho Man Tin. Anche la sede del suo giornale “Apple Daily” ha subito un raid della polizia alla ricerca di prove che mostrino la “collaborazione con forze straniere”, secondo la nuova legge sulla sicurezza nazionale.
Il sito della polizia annuncia che nell’operazione di questa mattina sono stati arrestati sette uomini fra i 39 e i 72 anni, sospettati di “collaborazione con forze straniere” e “cospirazione a scopo di frode”.
L’Apple Daily riporta che oltre a Jimmy Lai, è stato arrestato anche uno dei figli, Ian. Ci sarebbe anche un mandato di arresto per l’altro figlio, Simon, ma questi si trova fuori di Hong Kong.
Due mesi fa Jimmy Lai è stato già accusato di “incitamento a una manifestazione non autorizzata” nell’agosto 2019; a questo si aggiunge un’altra accusa di aver “incitato” a partecipare alla veglia in ricordo degli uccisi di Tiananmen lo scorso 4 giugno.
Il Global Times, il magazine del Partito comunista cinese lo accusa oggi di essere “un sostenitore di rivolte” e le sue pubblicazioni – molto critiche verso il partito – accusate di “istillare odio, diffondere voci, offendere le autorità di Hong Kong e della madrepatria per anni”.
Jimmy Lai ha iniziato la sua fortuna nel mondo delle confezioni e della vendita al dettaglio. I suoi prodotti “Giordano” si sono diffusi in tutto il mondo. Ma Lai è stato sempre un sostenitore della democrazia e della libertà di parola. Negli anni ’90 ha accusato il premier Li Peng – colui che ha ordinato il massacro di Tiananmen – di essere “l’uovo marcio della nidiata”. Per questo, la Cina gli ha proibito di aprire i suoi negozi in tutto il territorio continentale.
Convertito da adulto al cattolicesimo e grande amico dell’allora vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen, Lai ha continuato la sua campagna per la libertà con l’Apple Daily, diventando un grande sostenitore del movimento democratico.
Quasi senz’altro, il Partito voleva da anni mettere le mani su di lui e sul suo giornale, che pubblica spesso notizie di scandali e corruzioni all’interno della leadership di Pechino. Grazie alla nuova legge sulla sicurezza, ora Pechino ha le mani libere per perseguirlo.
Wang Dan, un dissidente in esilio negli Usa, già leader del movimento di Tiananmen nel 1989, ha dichiarato che l’arresto di Jimmy Lai “era da aspettarselo”, ma “è stato oltraggioso perché l’arresto dei suoi due figli è il tentativo di distruggere la sua volontà attraverso [le sofferenze] dei legami familiari”.
Wang Dan ha chiesto che la comunità internazionale compia azioni “immediate” per la sua liberazione.
Steven Butler, coordinator del settore Asia per il Comitato di protezione per i giornalisti, afferma che l’arresto di Lai “genera il peggior timore che la legge sulla sicurezza sarà usata per sopprimere opinioni a favore della democrazia e per restringere la libertà di stampa”.
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