04/08/2015, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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Arrestato estremista ebraico, sospettato degli attacchi a Douma e alla chiesa in Galilea

I servizi di sicurezza hanno fermato Meir Ettinger, accusato di “crimini di matrice nazionalista”. Egli rischia fino a un anno di “fermo amministrativo”, provvedimento finora applicato ai militanti palestinesi. Sul blog aveva difeso gli attacchi alle chiese e moschee. La polizia indaga sulle minacce al presidente Rivlin.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - I servizi di sicurezza israeliani hanno arrestato Meir Ettinger, un estremista ebraico sospettato di essere coinvolto nell’attentato al villaggio di Douma, nel quale ha perso la vita un bambino palestinese di soli 18 mesi. Egli sarebbe anche implicato nell’incendio divampato qualche settimana fa alla Chiesa della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci in Galilea. 

Il fermo del 20enne Meir Ettinger è avvenuto ieri a Safed, nel nord di Israele; un portavoce dello Shin Bet riferisce che all’origine del provvedimento vi sarebbero le sue “attività in seno a una organizzazione estremista ebraica”. L'arrestato è nipote del rabbino Meir Kahane, fondatore del movimento razzista anti-arabo Kach assassinato a New York nel 1990

Al momento sarebbe accusato di “crimini di matrice nazionalista”, sebbene al momento non vi sia un capo di imputazione diretto per l’incendio di una casa palestinese  a Duma, vicino a Nablus, dove un bambino palestinese di un anno e mezzo è stato bruciato vivo.

Ettinger rischia fino a un anno di “fermo amministrativo”, in seguito alla nuova legge governativa che punisce atti e gesti riconducibili al “terrorismo ebraico”. Tale misura, un tempo applicata solo verso militanti palestinesi, ora dovrebbe valere anche per gli israeliani.

Nei giorni scorsi sul suo blog egli aveva negato l’esistenza di una organizzazione ebraica sotterranea, ma ha difeso gli attacchi contro le chiese o le moschee, che definisce “luoghi di culto pagani”. A causa delle sue attività nel gennaio scorso gli era stato impedito l’ingresso in Cisgiordania e a Gerusalemme est. 

Intanto la polizia israeliana ha aperto un’inchiesta sulle minacce circolate in rete contro il presidente Reuven Rivlin, dopo la ferma condanna espressa dal capo di Stato contro il “terrorismo di matrice ebraica”. Il suo post legato all’incendio nel villaggio di Duma, che ha causato la morte di Ali Saad Dawabsh, ha raccolto in poche ore oltre 2mila commenti, alcuni positivi alternati a messaggi minacciosi o di aperta critica. Uno di questi lo bollava come “sporco traditore” che farà una fine “peggiore di quella di [Ariel] Sharon”. 

Nel 1995, l’allora Primo Ministro Yitzhak Rabin è stato ucciso in una manifestazione per la pace a Tel Aviv da un estremista ebraico, dopo una campagna di destra che incitava al boicottaggio dell’accordo di pace con i palestinesi.

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