01/10/2024, 12.23
CAMBOGIA
Invia ad un amico

Arrestato anche Mech Dara, voce libera a Phnom Penh

di Steve Suwannarat

Fermato il più noto tra i giornalisti indipendenti cambogiani ancora in attività nonostante la repressione. Il probabile pretesto i post pubblicati sui social network sui danni ambientali provocati da alcune cave di pietra, bollati dalle autorità come notizie che creano “disordine sociale”. Ma Dara è molto attivo anche nelle denunce sugli schiavi dei network transfrontalieri delle truffe on line. Con lui sono diventati ormai un centinaio i prigionieri politici in Cambogia.

Phnom Penh (AsiaNews) - Il 30 settembre, Mech Dara - il più noto tra i giornalisti indipendenti cambogiani ancora in attività, nonostante la repressione dell’informazione - è stato arrestato mentre viaggiava con i familiari e portato in un luogo ignoto. L’arresto è stato confermato dalla Cambodian Journalists Alliance Association citando un portavoce della polizia militare che non ha però indicato quali siano le accuse e dove sia stato portato.

Al momento dell’arresto e prima che gli fosse sequestrato il telefono, lo stesso Mech Dara ha inviato un messaggio alla Ong cambogiana Licadho (Cambodian League for the Promotion and Defense of Human Rights). Più fonti segnalano come all’origine del provvedimento possano esserci suoi recenti post su Facebook riguardanti i danni ambientali provocati da cave di pietra che ieri le autorità avevano bollato come mirate a provocare “disordine sociale”.

In Cambogia accuse pretestuose sono da lungo tempo lo strumento per silenziare i mezzi d’informazione, utilizzando strumenti legali creati o modificati appositamente. Da molti anni la pressione sulle autorità cambogiane delle diplomazie e dei gruppi o organismi per la tutela dei diritti umani e della libertà d’informazione cadono nel vuoto. Questa situazione ha portato la Cambogia al 151.mo posto su 180 Paesi considerati nell’Indice internazionale della libertà di stampa diffuso annualmente da Reporter senza frontiere.

Sarebbero oggi ormai un centinaio i prigionieri politici nelle carceri cambogiane; tra questi l’ex leader dell’opposizione parlamentare Kem Sokha e una decina di attivisti ecologisti condannati lo scorso anno a pene tra sei e otto anni per cospirazione contro il governo dopo avere denunciato danni ambientali.

Proprio per la sua notorietà, da ieri si è sviluppata una campagna di reazione all’arresto e la messa in detenzione di Dara: si chiede al governo di Phnom Penh di assicurare la trasparenza delle procedure adottate nei suoi confronti e un giusto processo.

Il giornalista è stato impiegato in passato nei quotidiani Cambodia Daily e Phnom Penh Post, silenziati dalle autorità, prima di approdare al Voice of Democracy, pure costretto a mettere fine alle pubblicazioni lo scorso anno. Il suo impegno non riguarda, però, soltanto una realtà interna difficile da comunicare se non correndo forti rischi, ma anche il fenomeno delle iniziative transfrontaliere che hanno una roccaforte in Cambogia e impongono a migliaia di individui in sostanziale schiavitù di lavorare nei network che gestiscono la criminalità online.

Proprio per questo suo coraggioso impegno in contrasto con le autorità che minimizzano il fenomeno per timore di allontanare gli investitori, lo scorso anno al giornalista era stato conferito il riconoscimento Trafficking in persons Hero del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Donne malaysiane schiave per le truffe on line a Phnom Phen
04/04/2022 12:55
L'industria delle truffe informatiche è un danno anche per Phnom Phen
23/05/2024 12:50
Nuovi arresti per le truffe online, gli esperti: 'I centri stanno riaprendo in Cambogia'
12/03/2024 14:19
Tutela dei consumatori, il 'buco nero' di Phnom Penh
17/01/2024 11:01
Phnom Penh, complicità di alto livello nella tratta degli esseri umani
27/10/2022 13:34


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”