Arrestata Julia Galjamina, erede di Naval’nyj
La polizia ha interrotto un congresso pre-elettorale adducendo motivi “sanitari” anti-Covid. Il congresso doveva costruire alleanze elettorali per contrastare il partito di Putin, Russia Unita. A metà marzo era stato bloccato a Mosca un altro Forum. La “votazione nei territori” si assomma al “voto utile” di Naval’nyj. Ma le autorità sembrano voler negare ogni spazio.
Mosca (AsiaNews) - Ieri 25 maggio, la deputata moscovita Julia Galjamina è stata ufficialmente messa in stato di arresto (per una settimana), per disobbedienza alle disposizioni della polizia, come lei stessa ha comunicato attraverso il suo canale Telegram.
La Galjamina (v. foto) era la principale ispiratrice del congresso tenuto il 22-23 maggio nella città di Novgorod, 200 km a sud di San Pietroburgo. Il raduno chiamato Zemskij Sezd (“Congresso delle Terre”), era rivolto soprattutto ai deputati municipali di varie città russe, con l’intenzione di creare una possibile alleanza elettorale in vista delle elezioni d’autunno. Appena iniziato il raduno sono arrivati numerosi agenti di polizia, bloccando tutte le attività con l’accusa di infrazione delle norme anti-Covid e trattenendo diversi partecipanti.
Oltre alla Galjamina sono stati sanzionati altri partecipanti: Jurij Bondarčuk, deputato di Nojabrsk nella regione autonoma di Jamalo-Nenets (Siberia centro-settentrionale), con l’arresto per 80 ore; Vitalij Bovar, deputato di San Pietroburgo; Viktor Šaljakin, del partito liberale Yabloko nella stessa Novgorod. A questi ultimi sono state comminate delle multe. A Novgorod si sarebbero dovuti riunire deputati da 56 delle 90 regioni della Federazione Russa. In tutto sono state fermate 170 persone dalla polizia. Va ricordato che a metà marzo era stato bloccato a Mosca il Forum “Russia municipale”.
La nuova alleanza delle opposizioni al regime putiniano si richiama alla formula dello Zemskij Sobor, il “Concilio delle Terre” che a inizio del ‘600 aveva permesso alla Russia di uscire dal periodo detto dei “Torbidi”, delle lotte intestine tra le famiglie dei boiari e le invasioni dei polacchi, con la scelta di affidarsi alla nuova dinastia degli zar della famiglia Romanov. Al Concilio partecipavano membri dell’aristocrazia, del clero, dei commercianti e perfino dei contadini, ed è rimasto un ideale da imitare anche per la Russia del post-comunismo, come suggerì lo scrittore Aleksandr Solženitsyn in un famoso intervento alla Duma di Mosca, al rientro dopo anni di esilio in America.
Il progetto della Galjamina e degli altri deputati municipali è quello di lanciare un appello allo zemskoe golosovanie, la “votazione dei territori”, come variante più efficace del “voto utile” inventato da Naval’nyj negli ultimi anni. La scelta dei candidati si basa sull’esperienza dei consigli municipali locali, e permetterebbe di aggirare i tanti divieti che si stanno accumulando contro i “candidati navalnisti”, a cui le autorità sembrano voler negare ogni spazio.
I candidati dello Zemskij Sezd verranno scelti da un comitato organizzatore, escludendo in partenza i membri del partito putiniano Russia Unita. Verrà chiesto a ciascuno di essi di registrare un video in cui si impegna a sostenere il programma dei “territori”, e a presentarsi con l’appoggio di due deputati membri del Sezd entro il 21 settembre 2021.
Una delegata del Sezd, Olga Podolskaja di Tula (non lontano da Mosca) ha spiegato alla Nezavisimaja Gazeta che ai candidati non verrà chiesta “alcuna dichiarazione contro Putin o contro il governo”, ma essi dovranno comunque opporsi a ogni forma di repressione politica e sostenere le riforme delle amministrazioni locali e del sistema di rappresentanza politica.
Il progetto non sostituisce il “voto utile” navalnista, già ben avviato in tante regioni, ma lo integra e lo garantisce di fronte a ulteriori restrizioni, in un clima politico divenuto rovente negli ultimi mesi. Destano molte preoccupazioni anche le recenti azioni di “pirateria aerea” del presidente bielorusso Lukašenko, appoggiato in Russia da chi vede con favore le dimostrazioni di forza contro i dissidenti considerati “agenti stranieri”, come il giovane blogger bielorusso Roman Protasevič. Il suo clamoroso arresto con dirottamento rischia anche di bloccare il trasporto delle merci dall’Europa alla Russia, se oltre ai voli venissero bloccati anche i trasporti terrestri che in gran parte passano proprio dalla Bielorussia.
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