Arcivescovo di Singapore: sostenete le attività caritative della Chiesa, in crisi per il Covid-19

La pandemia ha sospeso messe e funzioni, fondamentali per la raccolta fondi. Nell’emergenza si è acuita la disparita fra comunità e fedi religiose. Nubi fosche sul futuro di templi indù e taoisti. Mons. Goh: la vocazione sociale è umanitaria è parte del Vangelo. Aiutare quanti operano per le persone più colpite.

Singapore (AsiaNews) - La Chiesa e la Caritas di Singapore stanno operando in prima linea “in risposta all’emergenza” innescata dalla pandemia di nuovo coronavirus, perché “è parte del Vangelo” promuovere “il servizio sociale e la vocazione umanitaria”. Ecco perché l’arcivescovo locale mons. William Goh Seng Chye, in un appello lanciato nei giorni scorsi alla fine della messa diffusa in rete, invita “tutti voi fedeli ad aiutare quanti operano a favore della popolazione e delle persone più in difficoltà”, in particolare nell’emergenza Covid-19. Pur in un momento di crisi acuito dalla diminuzione di fondi e donazioni, “i cattolici devono sostenere” quanti operano “per le persone più colpite, i disoccupati, depressi, persone in crisi finanziaria”.

Una delle conseguenze legate alla pandemia di nuovo coronavirus è il calo nelle offerte nelle elargizioni di privati e benefattori, fondamentali per sostenere le attività di caritativa e non. Un problema che non colpisce solo i cristiani, come testimoniano le cronache di queste settimane provenienti dalla città-Stato, peraltro una delle aree più moderne e sviluppate dell’Asia.

Questo periodo è fra i più importanti per la raccolta di offerte al tempio indù di Sri Krishnan, situato nel centro di Singapore. Erano in programma le celebrazioni per i 150 anni di attività, ma l’emergenza coronavirus ha bloccato tutto, a partire dalle collette che hanno registrato un crollo del 45% fra gennaio e marzo, rispetto allo scorso anno. Nubi fosche anche sul futuro del tempio taoista Taoist Choa Chu Kang, i cui introiti sono azzerati dalla chiusura il 27 marzo. “Non facciamo servizi bancari online” afferma Ivan Teo, un volontario del tempio, e “l’unico modo per fare donazioni” è venire di persona. Impossibile al tempo del coronavirus, quando i luoghi di culto sono chiusi.

Con la sospensione delle messe a febbraio, anche la Chiesa cattolica ha visto ridursi fondi e donazioni; per la Società di san Vincenzo de Paoli gli introiti sono crollati del 90% e per questo ha lanciato una raccolta fondi online rivolgendosi a tutti i 400mila cattolici di Singapore. Come conferma la presidente Florence Tan, l’iniziativa ha permesso di recuperare 435mila dollari con i quali finanziare le attività, in particolare quelle rivolte alle vittime socio-economiche del Covid-19 e sostenere oltre 2mila famiglie bisognose.

Segnali di difficoltà economiche arrivano anche dalla Chiesa metodista e da quella battista, mentre la mega-Chiesa da 16mila membri, la City Harvest Church (Chc), non sembra subire contraccolpi. Il virus, avvertono gli esperti, sembra aver rafforzato ancor più le divisioni e le disparità fra organizzazioni religiose, con la Chc che ha stanziato fondi milionari per aiutare i fedeli che hanno perso il lavoro o subito tagli consistenti del salario.

Le raccolti fondi e le opere di carità sono fondamentali “per garantire cibo e medicine a quanti soffrono in questa pandemia” sottolinea l’arcivescovo di Singapore. “Chi può aiutare le persone in difficoltà - aggiunge - lo faccia. Se avete denaro da parte, siate generosi e visitate la pagine del sito web dell’arcidiocesi per offerte e donazioni, ciascuno secondo le proprie possibilità”. Anche perché molte delle attività promosse dalla Chiesa locale “dipendono” dai fondi raccolti durante messe, celebrazioni e iniziative comunitarie oggi sospese.