24/06/2014, 00.00
SINGAPORE
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Arcivescovo di Singapore: La Chiesa tutela la famiglia, ma condanna le discriminazioni di genere

Nel fine settimana nella città-Stato in programma la sesta edizione del locale “Gay Pride”. In risposta un leader musulmano promuove una contro-manifestazione, cui hanno aderito gruppi cristiani protestanti. Mons. Goh sottolinea che la Chiesa cattolica sostiene la famiglia tradizionale, ma condanna ogni forma di discriminazione perché “siamo tutti figli di Dio”.

Singapore (AsiaNews) - La Chiesa cattolica "ha considerato e continua a considerare" la famiglia formata da "un padre, una madre e dei bambini", quale "base e nucleo fondante della società". Essa riconosce che vi sono individui "attratti sessualmente da persone dello stesso stesso" e condanna le "discriminazioni", ma conferma che la visione del movimento gay e lesbico (Lgbt) sulle relazioni sessuali "non è in accordo con il disegno di Dio". È quanto sottolinea l'arcivescovo di Singapore, mons. William Goh Seng Chye, intervenendo in prima persona nel dibattito che tiene banco in questi giorni nella città-Stato. Nelle ultime ore movimenti cristiani si sono uniti a gruppi musulmani, aderendo all'iniziativa "magliette bianche" in programma nel fine settimana; si tratta di una contro-manifestazione, in opposizione alla sesta edizione della sfilata "Pink Dot", una sorta di "Gay Pride" in salsa locale che lo scorso anno ha richiamato oltre 21mila persone. 

Da tempo Singapore è attraversata da tensioni sociali che variano dal tema dell'immigrazione, al costo crescente della vita e degli alloggi, fino alla questione inerente i diritti civili degli omosessuali. Temi sensibili, in una nazione in cui il dissenso e le manifestazioni di piazza sono sconsigliate e per manifestare in pubblico servono permessi e procedure rigide. Lo scorso anno la manifestazione "Pink Dot" si è svolta a distanza di alcuni mesi dalla decisione dei giudici, che hanno respinto una petizione volta a cancellare la "criminalizzazione" dei rapporti sessuali fra uomini. 

In risposta all'orgoglio gay, quest'anno il leader musulmano Ustaz Noor Deros ha promosso il movimento "Vestiti di bianco", invitando tutti i fedeli di Maometto a boicottare la manifestazione "in rosa". All'iniziativa hanno aderito anche membri della comunità cristiana protestante locale, fra cui i battisti e le chiese appartenenti alla rete LoveSingapore. Da uno studio dell'Institute of Policy Studies emerge che la maggioranza dei cittadini di Singapore considerano le relazioni fra lo stesso sesso "sempre o quasi sempre sbagliate" (78,2%) e il 72,9% è contro il matrimonio gay. Tuttavia, l'adesione ai movimenti omosessuali e transgender è in continua crescita. 

Visto che anche fra i cattolici hanno iniziato a circolare domande, discussioni, dubbi l'arcivescovo ha voluto intervenire con una nota ufficiale. Il prelato sottolinea che "pur considerando la Chiesa ogni individuo con pari dignità", senza fare distinzioni "in base all'orientamento sessuale", resta il principio che le relazioni omosessuali "non concordano" col piano divino. Mons. Goh comprende la "confusione" di alcuni fedeli, ma conferma l'orientamento della Chiesa per la famiglia tradizionale, pur senza "discriminazioni" verso alcuno, perché "siamo tutti figli di Dio". Egli sottolinea infine che "mentre la Chiesa invita alla compassione, al rispetto reciproco", vi sono modalità per "assicurare giustizia e tutela della dignità" pur senza "mettere a rischio il futuro dell'istituzione matrimoniale, la famiglia e la società".  

A Singapore i cattolici sono oltre 200mila, pari al 5% circa del totale della popolazione; fra le religioni, la più diffusa è il buddismo col 43%; seguono i cristiani col 18% del totale, islam 15%, induismo e taoismo 11 e 5%. La Chiesa locale vive una fase di crescita e dinamismo, che hanno portato alla recente apertura di un seminario teologico, definito una vera e propria "pietra miliare" per la comunità locale.  

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