Anwar: la Corte rivedrà l'accusa di corruzione
Kuala Lumpur (AsiaNews/AFP) - La riabilitazione completa di Datuk Seri Anwar Ibrahim, ex vice primo ministro malaysiano, sembra vicina. Oggi la Corte federale ha deciso la revisione dell'accusa di corruzione per cui l'ex ministro ha già scontato 6 anni di carcere. I giudici hanno accolto l'appello presentato dai legali di Anwar nel 2002 , che mira a ottenere la completa cancellazione di accuse "infondate" e di un processo "basato sulla violazione dei principi legali di base". Giovedì scorso, lo stesso tribunale aveva ordinato la scarcerazione di Anwar e l'annullamento della sua condanna a 9 anni per sodomia.
L'accusa si è opposta con forza alla decisione affermando che i provvedimenti della Corte federale sono definitivi e non possono essere rivisti. La Corte federale è infatti il più alto tribunale del paese, al quale spettano le decisioni ultime. "Riteniamo di avere la giurisdizione necessaria per accogliere l'appello", ha risposto il giudice federale Malek Ahmad.
La figlia maggiore di Anwar, Nurul Izzah, ha spiegato: "mio padre vuole solo riabilitare il suo nome. Non è una questione politica. Lui è sempre stato innocente". Secondo la legge malaysiana, Anwar non può guidare un partito né presentarsi alle elezioni fino ad aprile 2008. Se la Corte, però, deciderà di annullare anche l'accusa di corruzione, egli potrà tornare subito in politica.
Sabato scorso, Anwar è partito per la Germania dove ieri si è sottoposto ad un intervento alla spina dorsale, compromessa in seguito a percosse ricevute dopo il suo arresto nel 1998. I medici hanno fatto sapere che durante l'operazione, durata 2 ore, non ci sono state complicazioni.
Alla fine degli anni '90, Anwar era vice primo ministro della Malaysia e leader del movimento riformista. Mirava a modernizzare la Malaysia mantenendo forti legami con la base islamica anche quella più integralista. Molti nel Paese e all'estero riconoscono che il processo ad Anwar è stata una manovra dell'allora primo ministro Mahathir Mohammed, per allontanare dalla scena politica un concorrente. In tal modo Anwar viene visto come una vittima, dai diritti umani calpestati.
Nell'euforia generale seguita alla scarcerazione di Anwar, simbolo di liberalismo e riforme non solo in Malaysia, c'è però chi avanza dubbi sulla figura dell'ex ministro. Philip Bowring, esperto di estremo oriente, ricorda il passato di Anwar e pone delle domande sul suo futuro ruolo nel paese. "Quando era ministro delle finanze ha portato avanti una politica clientelare dando vita a gruppi finanziari legati all'Umno, il suo partito. Da vice primo ministro era convinto sostenitore della detenzione senza processo, pratica prevista dall'Atto di sicurezza interna", ricorda Bowring. "Il suo carisma e la sua eloquenza gli hanno permesso di nascondere dietro motivazioni religiose il suo opportunismo". Bowring conclude chiedendosi quale strada prenderà Anwar se tornerà in politica. "Si batterà veramente per quelle riforme e quei diritti umani di cui è diventato sinonimo"? (MA)