Anp, la grande incertezza: nessun obiettivo di crescita, aumento della spesa militare
All’apertura dell’Assemblea nazionale del popolo, il premier Li Keqiang ha fatto molte promesse: sostegno alla ripresa; lotta alla disoccupazione; apertura agli investimenti stranieri, progetti di “mutuo beneficio” nella “Belt and Road initiative”. Nella crisi generale, il bilancio per le Forze armate cresce del 6,6%. Lotta all’indipendenza di Taiwan e legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong.
Pechino (AsiaNews) – Per la prima volta nella storia dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp), il parlamento cinese, il governo non ha stabilito alcun obiettivo di crescita economica, a causa delle difficoltà conseguenti alla pandemia. Lo ha annunciato il premier Li Keqiang all’apertura del raduno annuale dell’Anp stamattina. Nel primo trimestre di quest’anno il gigante cinese ha registrato una crescita negativa del 6,8%. Il premier ha promesso un impegno della leadership per sostenere la crescita, la ripresa delle imprese e riassorbire la disoccupazione, che rischiano di mettere in crisi la stabilità sociale.
In compenso, Li Keqiang ha detto che il bilancio dell’esercito crescerà del 6,6%. L’incremento è il più basso negli ultimi 20 anni. In totale, dal 1999, il bilancio delle Forze armate è cresciuto di almeno 12 volte. Li difende questa spesa, affermando che essa è al di sotto del 2% del bilancio totale dello Stato, ma organizzazioni internazionali come il Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) sostengono che le cifre ufficiali non tengono conto di molti altri elementi, come gli interventi nelle isole del Mar Cinese meridionale.
Nel suo rapporto sul lavoro del governo, Li Keqiang ha dichiarato che la Cina attuerà in modo “accurato” il principio “un Paese, due sistemi” e quello per cui “il popolo di Hong Kong governa Hong Kong”. Egli ha anche ribadito che la regione si doterà di una legge che garantisca la sicurezza nazionale che, come da agenda, sarà stilata e imposta dall’Anp.
Per quanto riguarda Taiwan, Li ha condannato i tentativi separatisti di indipendenza dell’isola, e ha riproposto l’impegno verso una pacifica riunificazione. Proprio nei giorni scorsi, all’inaugurazione del secondo mandato della presidente Tsai Ing-wen, Pechino aveva minacciato l’uso della forza se l’isola “ribelle” osava muoversi verso l’indipendenza.
Li ha anche promesso di mettere in atto l’accordo commerciale con gli Stati Uniti dal prossimo gennaio, dopo le minacce del presidente Trump di rimettere dazi a innumerevoli prodotti cinesi di esportazione. Li ha anche detto che la Cina vuole lavorare per un sistema commerciale multilaterale e per le riforme dell’organizzazione mondiale del commercio, e che spingerà per un accordo di libero commercio fra Cina, Giappone e Corea del Sud.
Li ha promesso di aprire più spazi agli investimenti dall’estero, garantendo uguale trattamento alle compagnie cinesi e a quelle non cinesi; ha detto che il suo governo sarà impegnato nell’affrontare la crisi della disoccupazione; ha assicurato che i progetti della “Belt and road initiative” continueranno con “risultati benefici reciproci”. Molti Paesi africani, insieme a Pakistan e Sri Lanka hanno denunciato Pechino per averli fatti cadere nella “trappola del debito”, promettendo loro prestiti per progetti di infrastrutture gigantesche, che questi Paesi non possono ripagare.
28/05/2020 09:49
29/05/2020 13:00
27/05/2020 08:59