07/03/2022, 11.49
CINA
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Anp, Wang Yi: Taiwan e Ucraina sono situazioni diverse

Per il ministro cinese degli Esteri, la prima è una questione “interna” di Pechino, l’altra riguarda due Stati sovrani. Il suo intervento a margine dell’Assemblea nazionale del popolo. La Cina sarebbe pronta a mediare tra Mosca e Kiev e a inviare aiuti umanitari in Ucraina. I timori cinesi per la creazione di una Nato asiatica.

Pechino (AsiaNews) – Secondo Wang Yi, la questione riguardo lo status di Taiwan è fondamentalmente differente da quella dell’Ucraina. Il ministro cinese degli Esteri lo ha detto oggi nel tradizionale incontro con la stampa a margine della riunione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo, che si è aperta il 5 marzo.

In linea con l’abituale posizione cinese, Wang ha voluto sottolineare che Taiwan è un “affare domestico” della Cina, mentre lo scontro tra Russia e Ucraina coinvolge due Stati “sovrani”: una dichiarazione che provocherà l’inevitabile risposta piccata di Taipei. Con un chiaro riferimento agli Usa e a suoi alleati, Wang ha criticato però chi difende la sovranità dell’Ucraina, ma danneggia di continuo quella di Pechino su Taiwan.

La Cina considera Taiwan una “provincia ribelle”, e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente da Pechino dal 1949; all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912.

Sull’Ucraina, Wang ha evitato ancora di parlare di “invasione” o “aggressione” russa. È la posizione da equilibrista che Pechino mantiene per salvaguardare i rapporti con il “quasi-alleato” russo e, allo stesso tempo, confermare il principio internazionale di non interferenza negli affari di uno Stato sovrano come l’Ucraina.

L’alto diplomatico cinese ha rivelato che Pechino invierà aiuti umanitari in Ucraina. Il governo cinese, ha aggiunto Wang, sarebbe anche pronto a mediare tra Mosca e Kiev, come richiesto da più parti, anche nell’alleanza euro-atlantica. Finora la Cina non sembra voler dare pieno appoggio al Cremlino per alleviare l’impatto delle sanzioni occidentali. Malgrado la classica cautela, la leadership cinese è in evidente difficoltà rispetto all’avventura bellica di Vladimir Putin: continua a ripetere che quanto sta accadendo in Ucraina “non è ciò che la Cina vorrebbe vedere”.

L’appoggio cinese alle “legittime” richieste di sicurezza della Russia, di fronte all’allargamento della Nato in Europa orientale, si lega a un ricorrente timore di Pechino: che gli Usa vogliano creare una Nato asiatica per contenere la sua ascesa. Wang lo ha detto senza mezzi termini nel suo intervento, denunciando il “gioco geopolitico” di Washington con “club esclusivi” come Quad e Five Eyes: il primo è un forum di sicurezza formato da Stati Uniti, Giappone, Australia e India; l’altra è l’alleanza d’intelligence tra Usa, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. 

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